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LA CRISI DELLA RAGIONE
Introduzione
Nel periodo compreso tra fine Ottocento e inizio Novecento si verifica una vera e propria rivoluzione che colpisce i più diversi campi del sapere e sancisce il passaggio dall' uomo moderno all' uomo contemporaneo . Questa svolta epocale può essere definita " crisi della ragione " , perchè vengono messi in discussione tutti i valori della ragione classica : non si crede più a un mondo necessario , alla centralità dell' uomo, all' esistenza di una verità assoluta , unica e conoscibile . La cultura della crisi sostituisce a questo insieme di valori una molteplicità di prospettive , una pluralità di punti di vista , cioè si entra nell' ambito di un totale relativismo . Il passaggio a questa nuova epoca è molto brusco perchè coinvolge ogni tipo di indagine dell' uomo sulla realtà e su sè stesso , e questi passaggi non sono semplici evoluzioni delle varie discipline , ma vere e proprie rivoluzioni che minano alle fondamenta le conoscenze precedenti .
Un primo scossone viene portato da Charles Darwin , che con la sua teoria della evoluzione assume un ruolo di primo piano nella decentralizzazione dell' individuo. Viene infatti scardinata l' idea di una natura perfettamente compiuta e dell' essere umano al centro dell' Universo : l' uomo non può più ritenersi detentore dei segreti del mondo , perchè ciò che determina l' evoluzione , compresa la nascita dell' uomo, sono il caso e l' imprevedibilità .
In filosofia , con Schopenhauer e Nietzsche , si ha una profonda critica dei valori dominanti , soprattutto nei confronti dell' ottimismo sociale , del positivismo , del finalismo storico , del cristianesimo ; a questi valori si sostituiscono concezioni filosofiche della vita e dell' essere fondate sul concetto di volontà , che vedono la nuova strada per l' uomo in una accettazione passiva ( Schopenhauer ) o in una accettazione attiva ( Nietzsche ) della vita . Con l' avvento di Freud e della psicanalisi , l' uomo scopre di conoscere solo una minima parte della propria personalità : ciò di cui si ignora l' esistenza e di cui non si ha controllo , contribuisce fortemente , in un continuo gioco dialettico con la coscienza, a determinare i nostri comportamenti nell' arco di tutta la vita .
ARTHUR SCHOPENHAUER
La rappresentazione
Il punto di partenza della filosofia schopenhaueriana è la distinzione kantiana tra fenomeno e cosa in sé . Per Kant il fenomeno è l' unica realtà accessibile e il noumeno è un concetto limite che serve a ricordare all' uomo i limiti della conoscenza ; per Schopenhauer , invece , il fenomeno è parvenza , illusione , sogno , ovvero ciò che nell' antica sapienza indiana era il "velo di Maya " , mentre il noumeno è una realtà che si nasconde dietro l' ingannevole trama del fenomeno , e che il filosofo ha l' obbligo di scoprire . Mentre per il criticismo kantiano il fenomeno è l' oggetto della rappresentazione ed esiste fuori dalla coscienza , il fenomeno di Schopenhauer è una rappresentazione che esiste solo all' interno della coscienza , tanto che egli arriva a riassumere l' essenza del kantismo con la tesi secondo cui il modo è la mia rappresentazione . La rappresentazione ha due aspetti essenziali e inscindibili: soggetto rappresentante e oggetto rappresentato . Essi esistono solo all' interno della rappresentazione e nessuno dei due può sussistere senza l' altro : quindi il materialismo è falso perché nega il soggetto riducendolo all' oggetto , ed è parimenti falso l' idealismo perché nega l' oggetto riducendolo al soggetto La nostra mente agisce secondo tre forme a priori : spazio , tempo e causalità . Poiché , per Schopenhauer , le forme a priori sono paragonabili a vetri sfaccettati attraverso cui si deforma la visione delle cose , la rappresentazione è ingannevole : ma al di là dell' apparenza della realtà fenomenica esiste la verità , sul quale l' uomo non può fare a meno di interrogarsi , perché l' uomo è animale metafisico .
La cosa in sé
Schopenhauer si presenta come il continuatore della filosofia di Kant , perché è sicuro di avere individuato la via d' accesso alla realtà noumeni , possibilità che veniva negata nella " Critica della ragion pura " . Se noi fossimo solamente conoscenza e rappresentazione , sostiene Schopenhauer , non potremmo mai uscire dal mondo fenomenico , cioè dalla rappresentazione esclusivamente esteriore di noi e delle cose; ma poiché noi siamo dati a noi stessi non solo come rappresentazione ma anche come corpo , noi non ci limitiamo a vederci dal di fuori , ma ci vediamo anche dal di dentro . Questa esperienza di ripiegamento su noi stessi ci permette di afferrare l' essenza profonda del nostro io , ossia la cosa in sé del nostro essere : la Volontà di vivere , cioè l' impulso alla vita . Il nostro stesso corpo non è altro che la manifestazione fenomenica della volontà di vivere : l' apparato digerente è manifestazione della volontà di nutrirsi , l' apparato sessuale è manifestazione della volontà di accoppiarsi e perpetuare la specie . L' intero mondo fenomenico non è altro che la maniera attraverso cui la volontà si manifesta nella rappresentazione : da qui il titolo della più importante opera di Schopenhauer : " Il mondo come volontà e rappresentazione " .
Il pessimismo
Affermare che l' essere è la manifestazione di una Volontà infinita significa dire, secondo Schopenhauer , che la vita è necessariamente dolore . Infatti volere significa desiderare , e desiderare significa essere in uno stato di tensione , per la mancanza di qualcosa che non si ha e si vorrebbe avere . Essendo l' uomo l' essere con la volontà più cosciente e quindi più desiderante , egli risulta destinato a non trovare mai un appagamento totale .
"Nessun oggetto del volere , una volta conseguito , può dare appagamento durevole ... bensì rassomiglia soltanto all' elemosina , la quale gettata al mendico prolunga oggi la sua vita per continuare domani il suo tormento " ( Il mondo come volontà e rappresentazione ). Con questa affermazione Schopenhauer afferma che l' appagamento della volontà è brevissimo rispetto alle infinite esigenze dell' uomo, perché il desiderio appagato dà sempre luogo a un nuovo desiderio . Ciò che gli uomini chiamano godimento e gioia è nient' altro che cessazione di dolore , ossia l' uscita da una precedente situazione di tensione , che ne è la condizione indispensabile . Perché vi sia piacere vi deve essere stato necessariamente dolore, non è vero il contrario , perché vi può essere una lunga catena di dolori senza che questi siano preceduti da altrettanti piaceri : sintetizzando , con le parole di Schopenhauer, "non v' è rosa senza spine , ma vi sono tante spine senza rose " .
Accanto al dolore , che è la realtà durevole , e al piacere , che è qualcosa di breve, Schopenhauer pone come terza condizione esistenziale la noia , che subentra quando viene meno il desiderio oppure il dolore . Quindi il filosofo conclude che " la vita umana e come un pendolo che oscilla incessantemente fra il dolore e la noia , passando attraverso l' intervallo fugace , e per di più illusorio , del piacere e della gioia " .
Poiché la volontà , che è un desiderio inappagato , si manifesta in tutte le cose , allora il dolore non riguarda solo l' uomo , ma tutte le creature . Se l' uomo soffre di più , è semplicemente perché , avendo maggiore consapevolezza , sente di più il pungolo della volontà . Per lo stesso motivo il genio soffrirà di più dell' uomo comune , perché " chi aumenta il sapere moltiplica la sofferenza " . Così Schopenhauer perviene ad una delle concezioni più pessimistiche di tutta la storia del pensiero , ritenendo che il male non sia solo nel mondo , ma nel Principio stesso da cui dipende . In questa vicenda irrazionale della vita , l' individuo appare soltanto uno strumento per la specie ; al di là del breve sogno dell' esistenza individuale , l' unico fine della natura sembra essere quello di perpetuare la vita , e con essa , il dolore . Testimonianza di quest' unico interesse della Natura , è riscontrabile , per Schopenhauer , nella manifestazione dell' amore . Il fine dell' amore , o lo scopo per cui esso è voluto dalla Natura , è l' accoppiamento - procreazione ; ciò vuole dire che l' individuo è il burattino della Natura proprio nell' atto in cui pensa di realizzare maggiormente il proprio godimento e la propria personalità : prova dell' essenza biologica dell' amore , è per Schopenhauer , la triste constatazione che la donna , dopo aver procreato e allevato i figli , perde ben presto bellezza e attrattiva . Per il filosofo non c' è amore senza sessualità tant'è che in un passo dal sapore pre - psicanalitico scrive che " ogni innamoramento , per quanto etereo voglia apparire , affonda sempre le sue radici nell' impulso sessuale " . Per queste ragioni l' amore viene sentito inconsapevolmente come peccato e vergogna , perché esso commette il più grave dei delitti , cioè la perpetuazione di creature destinate a soffrire . L' amore , per Schopenhauer , non è altro che " due infelicità che si incontrano , due infelicità che si scambiano , e una terza infelicità che si prepara " .
La critica degli ottimismi
Schopenhauer apre una polemica contro l' ottimismo cosmico che caratterizza buona parte delle filosofie e delle religioni occidentali . Questo schema di pensiero interpreta il mondo come un organismo perfetto , provvidenzialmente governato da un Dio oppure da una Ragione immanente ( Hegel ) . Questa visione , pur essendo consolatrice e a ciò va attribuito il suo successo nel corso dei secoli , risulta essere palesemente falsa, perché la vita è un' esplosione di forze irrazionali , e il mondo è il luogo di dolore, illogicità e sofferenza . Tutto ciò si verifica non solo nella natura , ma anche nella società , dove vige secondo Schopenhauer , la legge della giungla . Quindi un mondo governato da un Dio e la realtà di un mondo caotico e malfatto sono in aperta contraddizione .
Un' altra menzogna contro cui si scaglia il filosofo tedesco è l' ottimismo sociale , cioè la tesi della bontà e socievolezza dell' uomo . Se si va oltre le illusioni che gli adolescenti hanno sulla realtà , si può osservare , secondo Schopenhauer , che la regola di fatto dei rapporti umani è il conflitto e il tentativo di sopraffazione reciproca ( "l' uomo è l' unico animale che faccia soffrire gli altri al solo scopo di far soffrire ") . Ciò sarebbe testimoniato dalla malcelata soddisfazione del nostro istinto egoistico rispetto alle disgrazie altrui . Se gli uomini vivono in comunità , ripete Schopenhauer riprendendo Hobbes , non è per simpatia o congenita socievolezza , ma soprattutto per bisogno . Lo Stato con le sue leggi è stato eretto non tanto per un' intrinseca eticità dell' uomo , ma solo per la necessità di difendersi e di regolamentare gli istinti aggressivi degli individui . Ultimo ottimismo contro cui si scaglia Schopenhauer è l' ottimismo storico , che caratterizza non solo l' idealismo romantico , ma tutta la cultura dell' 800 . Per il filosofo , gli storici , a furia di studiare gli uomini , finiscono per perdere di vista l' uomo o per cadere nell' illusione che gli uomini mutino davvero di epoca in epoca . Ma se siamo in grado di guardare oltre le apparenze , , non si può fare a meno di scoprire , in accordo con la saggezza orientale , che il destino dell' uomo presenta caratteri immutabili : " mentre la storia ci insegna che in ogni tempo avviene qualcosa di diverso , la filosofia si sforza di innalzarci alla concezione che in ogni tempo fu , e sarà sempre la stessa cosa " .
Come liberarsi del dolore
Schopenhauer afferma che la vita è dolore , e che l' esistenza , in virtù del dolore che la costituisce , risulta tal cosa che si impara poco per volta a non volerla . Si potrebbe quindi pensare che il pensiero di Schopenhauer porti ad una filosofia del suicidio universale ; invece il filosofo rifiuta il suicidio per due motivi :
1) perché " il suicidio , lungi da essere negazione della volontà , è invece un atto di forte affermazione della volontà stessa " , in quanto " il suicida vuole la vita ed è solo malcontento delle condizioni che gli sono toccate" ;
2) perché il suicidio uccide solo una manifestazione fenomenica della Volontà di vivere, lasciando intatta la cosa in sé , che pur morendo in un individuo rinasce in mille altri. Per Schopenhauer la risposta al dolore del mondo sta non nel suicidio ma nella liberazione dalla Volontà di vivere ; questo processo salvifico avviene in tre tappe : l' arte , la morale e l' ascesi .
L' ARTE , per Schopenhauer , è conoscenza libera e disinteressata che si rivolge alle idee , cioè alle forme pure delle cose : questo avviene perché nell' arte questo amore, questa guerra , questo dolore diventano l' amore , la guerra , il dolore , ovvero l' essenza immutabile di tali fenomeni . Per questo suo carattere contemplativo e per questa sua capacità di muoversi nel mondo delle forme eterne , l' arte sottrae l' individuo alla catena dei bisogni e dei desideri quotidiani : di conseguenza l' arte, secondo Schopenhauer , risulta catartica per eccellenza perché l' uomo , grazie ad essa , più che vivere contempla la vita , elevandosi al di sopra della volontà , del dolore e del tempo .
L' ETICA DELLA PIETÀ : la morale , per Schopenhauer , è un tentativo di superare l' egoismo e di vincere la lotta interminabile degli individui tra di loro , che costituisce un' ingiustizia ed è una delle maggiori cause di dolore . Pur riconoscendo , come Kant, che la morale deve essere disinteressata , per Schopenhauer essa non nasce da un imperativo categorico dettato dalla ragione , ma da un sentimento di pietà attraverso cui sentiamo come nostre le sofferenze altrui . Quindi la pietà non nasce da una logica astratta , ma dall' esperienza vissuta , che ci accomuna agli altri e permette di identificarci con i loro tormenti . La pietà si concretizza nelle virtù della giustizia , che consiste nel non fare a gli altri ciò che non vorremmo fosse fatto a noi , e della carità, che consiste nel fare del bene al prossimo .
L' ASCESI : essa nasce dall' orrore dell' uomo per quella Volontà di cui egli è manifestazione fenomenica . , e si concreta nell' astensione dal piacevole , nella ricerca dello spiacevole , nell' espiazione e nella volontaria macerazione personale . La soppressione della Volontà è l' unico atto di libertà concesso all' uomo : quando si raggiunge questo obiettivo non si raggiunge l' estasi , come accade per il misticismo cristiano , ma l' esperienza del nulla , cioè di negazione del mondo .
FRIEDRICH NIETZSCHE
Dionisiaco e apollineo
Nella Nascita della tragedia (1872 ) Nietzsche vuole individuare nel periodo classico le chiavi di interpretazione della crisi della sua epoca . Nel tragico viene in luce il lato terrificante della vita , che non porta alla ricerca di una soluzione consolatoria ( come trovare un senso alla vita ) , ma all' accettazione dell' irrazionalità della vita . Il filosofo è convinto di potere scoprire nella tragedia la chiave per arrivare a una comprensione vera dell' essere . Nella tragedia c' è la massima espressione della civiltà ellenica e in quella di Sofocle ed Eschilo c' è l' incontro di due grandi forze dello spirito greco: Apollineo e Dionisiaco . In questa prima fase del suo pensiero , Nietzsche è convinto che con queste due categorie possa conoscere anche le realtà successive dell' essere umano ; l' intera arte greca è legata al rapporto dialettico esistente tra questi due elementi . L' Apollineo è l' ordine , l' armonia , l' equilibrio , la serenità , la razionalità ; è l' illusione che rende accettabile la vita , presentandola e organizzandola in forme stabili e armoniche . Il Dionisiaco è legato all' istintività , all' irrazionalità , alla sfrenatezza degli istinti profondi ; è legato al caos dell' esistenza , al continuo divenire, al perdersi di ogni cosa ed in esso si esprimerebbe il dolore , ma anche la forza di considerare la vita come eterna forza generatrice . Per Nietzsche la tragedia greca , in cui si fondono i due spiriti , avrebbe avvertito la tragicità dell' esistenza con una profondità mai più raggiunta nei secoli successivi : da Socrate in poi , la storia d' occidente è la storia di una cultura decadente , poco vitale . Questo processo di decadenza inizia con la tragedia di Euripide , che porta sulla scena non più l' eroe ma l' omuncolo nelle sue quotidiane peripezie , e trova la sua espressione paradigmatica nell' insegnamento razionalistico di Socrate . Con esso , infatti , viene sconfitto lo spirito dionisiaco che la tragedia greca aveva così sapientemente colto , e prende il sopravvento un pensiero che cerca di racchiudere in concetti e in definizioni consolatorie l' esistenza . Socrate inaugura il tentativo di imporre alla vita il primato della ragione ; al pessimismo eroico si sostituisce l' ottimismo morale , all' uomo tragico si sostituisce l' uomo teoretico che , tramite la ragione e la scienza , costruisce un imponente mondo di apparenze per affermare il suo dominio tecnico sulla vita : per esempio , nella metafisica di Platone è possibile pervenire a una verità eterna che può farci dimenticare l' angoscia delle cose . Nell' età in cui Nietzsche vive la volontà delle discipline scientifiche di conoscere , prevedere e trasformare tutto rappresenta un' altra versione della illusoria volontà metafisica di controllare il mondo . Poiché il conflitto tra concezione tragica e concezione teoretica sopravvive al tentativo di costruire filosofie antitragiche , fondate sulla pretesa di imporre un ordine razionale , strutture metafisiche e trascendenti che danno senso ( per esempio il cristianesimo ) , si apre, per Nietzsche , la via al ritorno della tragedia . Nietzsche vuole essere un discepolo di Dioniso , perché nell' antica figura greca egli vede il simbolo del suo totale " sì " al mondo ; Dioniso è l' esaltazione entusiastica del mondo così com' è , senza diminuzione , senza eccezione e senza scelta : esaltazione infinita dell' infinita vita . Lo spirito dionisiaco è la volontà orgiastica della vita nella totalità della sua potenza e il rifiuto di ogni tentativo di fuga di fronte alla vita : l' accettazione integrale della vita trasforma il dolore in gioia , la lotta in armonia , la crudeltà in giustizia , la distruzione in creazione . Essa modifica profondamente la tavola dei valori morali : tutti i valori fondati sulla rinuncia alla vita , tutte le cosiddette virtù che tendono a mortificare l' energia vitale , a spezzare e impoverire la vita appaiono a Nietzsche come un abbassamento dell' uomo al di sotto di sé e quindi indegne per lui . Per lui sono virtù tutte le passioni che dicono di sì alla vita e al mondo : " la fierezza , la gioia , la salute , l' amore sessuale , l' inimicizia e la guerra , le belle attitudini , le buone maniere , la volontà forte, la disciplina dell' intellettualità superiore , la volontà di potenza la riconoscenza verso la terra e verso la vita - tutto ciò che è ricco e vuole dare , e vuole gratificare la vita , dorarla , eternizzarla e divinizzarla ... tutto ciò che approva , afferma ed agisce per affermazione " . Criticando il pessimismo come segno di decadenza e l' ottimismo come segno di superficialità , Nietzsche mira a proporre così un accoglimento della vita nell' insieme dei contrari che la caratterizzano .
L' atteggiamento critico
In Su verità e menzogna in senso extramorale ( 1873 ) Nietzsche critica il concetto positivistico di verità : il linguaggio è una convenzione la cui essenza non è la rappresentazione della natura delle cose , ma è solo un sistema di metafore , prodotto liberamente , imposto come il solo modo per descrivere il mondo . Coloro che si sono imposti hanno utilizzato l' idea di una verità assoluta , ma , per Nietzsche , la verità è solo il provvisorio figurarsi di determinate opinioni . Di questa convinzione si avrà una dimostrazione nel ventesimo secolo , dove molte teorie scientifiche verranno riformulate o superate ( esempio è la crisi della geometria euclidea ) : esse sono solo il risultato di un determinato modello culturale vincente nel tempo , ma sostituibile con altri modelli . Non esistendo per lui una verità assoluta , Nietzsche si scaglia contro la presunta oggettività e neutralità della scienza dichiarando che " non esistono fatti , ma solo interpretazioni " . Il mondo è solo il risultato dei giochi prospettici che vi operano: conoscere significa valutare la realtà secondo il prospettivismo dei valori attraverso cui l' uomo riesce ad esprimere la singolarità della propria esistenza . Sono i valori a stabilire ciò che viene tenuto per vero , e dal momento che il principio del valore è l' utilità della vita , il concetto di verità assume un fondamento vitalistico e pragmatico. Nietzsche prosegue poi il suo lavoro di critica spostando l' attenzione sui concetti di soggetto e coscienza . Il soggetto , è senza carattere di unità e non è neppure sede astorica , cioè sempre uguale a sé stesso , come invece era stato inteso da Cartesio fino a Kant . Il soggetto non è un io autocosciente e trasparente , come nella tradizione razionalistico - idealistica : è un complesso conflittuale di centri di forza , che sono attivi secondo una loro propria istintualità . L' io autocosciente è una piccola regione rispetto alla grande regione del corpo , che è attività di rappresentazione e appetizione di desiderio di cui la coscienza percepisce solo una minima parte .
Nel saggio Sull' utilità e il danno della storia Nietzsche attacca la cultura storicistica, che favorisce l' idolatria del fatto e fa dell' uomo il risultato di un processo necessario, riducendolo a passivo discendente della storia , costretto a chinare la schiena e chinare il capo dinanzi alla potenza della storia e alla dialettica che la costituisce . Ma se lo storicismo è dannoso , al contrario la storia è utile perché appartiene al vivente sotto tre rapporti : gli appartiene perché è attivo e perché aspira ; " perché conserva e venera ; perché soffre e ha bisogno di liberazione . A questa trinità di rapporti corrispondono tre tipi di storia e si possono distinguere nello studio della storia un punto di vista monumentale , un punto di vista archeologico e un punto di vista critico". La storia monumentale crede che ciò che vi è stato di grande nel passato possa tornare a vivere : in virtù di questo tipo di storia l' uomo attivo può cercare esempi nel passato . La storia archeologica nasce invece quando l' uomo tarda a considerare il passato con fedeltà e amore , riconoscendosi come l' erede di una tradizione che lo giustifica . La storia critica serve a portare il passato davanti al tribunale della vita, perché ogni passato è meritevole della condanna in quanto sempre nelle cose umane la debolezza e la forza vanno insieme
I nuovi valori
Il tema dell' accettazione della vita porta Nietzsche a mettersi in contrasto con la morale e il cristianesimo , accusati di essere contro la vita stessa . In Al di là del bene e del male (1885) si sostiene che in ogni scienza della morale non si sia mai riflettuto sul problema stesso della morale . Quindi il primo passo da compiere è mettere in discussione la morale stessa , cioè mettere in questione il valore stesso dei valori . Per fare , ciò Nietzsche attua in Genealogia della morale ( 1887 ) un' analisi genealogica della morale , per scoprirne la genesi psicologica effettiva . Egli ritiene che i pretesi valori trascendenti della morale e la morale stessa non siano altro che la proiezione di determinate tendenze umane , che il filosofo ha il dovere di svelare nei loro meccanismi segreti . La cosiddetta " voce della coscienza " da cui nascerebbe la morale non è altro , per Nietzsche , che la presenza di autorità sociali da cui siamo stati educati : più che essere " la voce di Dio nel petto dell' uomo " la coscienza risulta essere " la voce di alcuni uomini nell' uomo " . La moralità è l' assoggettamento del singolo a direttive stabilite da un élite dominante : piuttosto che rappresentare delle realtà ontologiche autonome , i valori etici , considerati dal punto di vista storico - psicologico , sono quindi il " risultato di determinate prospettive di utilità per il mantenimento e il rafforzamento delle forme di dominio umano ; e solo falsamente sono proiettati nell' essenza delle cose " . Ma se nel mondo classico la morale è improntata sui valori vitali della forza e della gioia ( morale dei signori ) , in un secondo momento che inizia da Socrate e culmina con il cristianesimo , la morale è improntata sui valori antivitali dell' abnegazione , del disinteresse , del sacrificio di sé ( morale degli schiavi ) . Come è possibile , si chiede Nietzsche , che l' occidente abbia imboccato tale strada di decadenza ? Questo è accaduto perché originariamente la morale dei signori comprendeva in sé non solo l' etica dei guerrieri ma anche l' etica dei sacerdoti . Se il guerriero si rispecchia nella virtù del corpo , il sacerdote deve perseguire la virtù dello spirito : poiché l' istinto naturale è irresistibile , i sacerdoti non possono non provare una certa invidia e un desiderio di rivalsa nei confronti dei guerrieri . Non potendo dominare la casta dei guerrieri sul loro stesso terreno , la casta sacerdotale cerca di farsi valere sul campo dello spirito , elaborando una tavola di valori antitetici a quelli dell' etica guerriera : così al corpo si antepone lo spirito , all' orgoglio l' umiltà , alla sessualità la castità . Questa morale rovesciata , partecipata dalle masse , diventa una vera potenza e mette capo al cristianesimo : poiché ha inibito gli impulsi primari dell' esistenza e corrotto le sorgenti naturali della gioia e del piacere attraverso il concetto di " peccato " , il cristianesimo ha prodotto un uomo malato e represso , in preda a continui sensi di colpa . Rivolgendosi verso l' interno tutti gli istinti che non si scaricano all' esterno , l' uomo cristiano è un auto - tormentato che nasconde in sé aggressività contro la vita e spirito di vendetta verso il prossimo . Già la parola " cristianesimo - per Nietzsche - è un equivoco : in fondo è esistito un solo cristiano e questo morì sulla croce ; la Chiesa è esattamente ciò contro cui Gesù ha predicato e contro cui egli ha insegnato a suoi discepoli a combattere " . A tutte le radicali negazioni delle morali occidentali e del cristianesimo Nietzsche contrappone entusiastiche affermazioni . Nel prologo di Così parlò Zarathustra (1891) afferma : " Vi scongiuro , fratelli , rimanete fedeli alla terra , e non credete a quelli che vi parlano di sovraterrene speranze " . Da qui nasce la proposta di attuare una trasmutazione di valori : "La verità è tremenda : perché fino ad oggi si chiamava verità la menzogna ". Così , quando annuncia di essere il primo immoralista , Nietzsche non intende promuovere l' abolizione di ogni criterio o valore e la nascita di un uomo che risponda solo ai suoi istinti , ma contrapporre ai valori anti - vitali della morale tradizionale una nuova tavola di valori a misura d' uomo . Questo perché la vita dell' uomo è esclusivamente terrestre e l' anima , che dovrebbe essere il soggetto della vita ultraterrena , è inesistente . Grazie a questa totale accettazione cambia il modo di rapportarsi dell' uomo con il mondo : da deserto che costringe l' uomo all' esilio , la terra diventa dimora gioiosa ; il corpo cessa di essere prigione o tomba dell' anima e diventa il concreto modo di rapportarsi col mondo .
La morte di Dio
Per Nietzsche Dio è il simbolo di ogni prospettiva anti - mondana , anti - vitale , perché pone il senso dell' essere al di là o fuori l' essere , e perché contrappone questo mondo ad un altro mondo ritenuto l' unico perfetto e vero . Dio è la personificazione di tutte le certezze ultime dell' umanità , cioè quelle certezze metafisiche necessarie per dare senso e ordine rassicurante alla vita . Queste certezze sono per Nietzsche costruzioni della nostra mente atte a sopportare meglio la durezza dell' esistenza . In altre parole , di fronte ad una realtà che risulta essere contraddittoria , caotica, disarmonica , crudele e non provvidenziale , l' uomo ha sentito il bisogno di convincere sé stesso che il mondo è qualcosa di razionale , armonico , buono e provvidenziale. Da qui sono proliferate le metafisiche , le religioni , tutte tese a esercitare esorcismi protettivi nei confronti di un universo che danza sui piedi del caso . Visto attraverso questo punto di vista , Dio appare come la più antica delle bugie vitali , come la menzogna che dura da più tempo , la quintessenza di tutte le credenze escogitate per fare fronte al caos dell' esistenza . Nietzsche crede così fortemente in un mondo sdivinizzato che ritiene superflua ogni dimostrazione della non - esistenza di Dio condotta con i metodi della filosofia tradizionale . Per Nietzsche , così come per Schopenhauer , è la stessa realtà caotica e non provvidenziale a confutare l' idea di Dio . In Aurora ( 1881 ) dice : " Un tempo si cercava di dimostrare che Dio non esiste , - oggi si mostra come ha potuto avere origine la fede nell' esistenza di un Dio , e per quale tramite questa fede ha avuto il suo peso e la sua importanza : in tal modo una contro dimostrazione della non esistenza di Dio diventa superflua " .
Quindi ne La gaia scienza ( 1882 ) Nietzsche annuncia la morte di Dio, drammatizzandola attraverso il racconto dell' uomo folle . Cosa significa che Dio è morto ? Significa constatare che oltre gli uomini sta solo il nulla ; è il simbolo dell' impossibilità di rinvenire , nel flusso caotico della realtà , un punto di riferimento definitivo e stabile . Con questo annuncio Nietzsche intende riassumere in una formula radicale l' irruzione del nichilismo nel mondo moderno , ossia il fatto che l' insieme degli ideali e dei valori su cui , grazie al cristianesimo la civiltà europea ha costruito per secoli la propria regola di comportamento , tradisce ora il nulla che ne era il fondamento nascosto . Nietzsche ipotizza però un nichilismo attivo , di cui può essere protagonista solo un uomo superiore il quale , non accontentandosi più di assistere alla distruzione di antichi ideali , contribuisce attivamente facendosi personalmente promotore dell' avvento di una nuova umanità . Il protagonista di questa nuova età è il superuomo , che compare per la prima volta in Così parlò Zarathustra ( 1891 ) .
La dottrina di Zarathustra
In " Così parlò Zarathustra " Nietzsche immagina che l' antico riformatore persiano Zarathustra sia tornato sulla terra per annunciare una nuova dottrina all' umanità . I tre insegnamenti che Zarathustra vuole donare all' uomo sono : la dottrina del Superuomo , quella dell' Eterno ritorno dell' uguale e la Volontà di potenza .
Dice Zarathustra : " Io vi insegno il superuomo ; l' uomo è qualcosa che deve essere superato ...tutti gli esseri hanno creato qualcosa al di sopra di sé e voi volete retrocedere alla bestia piuttosto che superare l' uomo ? L' uomo è un cavo teso tra la bestia e il superuomo " . Solo chi ha il coraggio di guardare in faccia la vita e di prendere atto della caoticità a - razionale del mondo , al di là di ogni illusione metafisica , è pronto per varcare l' abisso che separa l' uomo dal superuomo . Per cui il superuomo ha dietro di sé , come condizione necessaria del suo stesso essere , la morte di Dio e la vertigine da essa provocata ma ha davanti a sé il mare aperto delle possibilità scaturite da una libera progettazione della propria esistenza al di là di ogni struttura metafisica . La figura del superuomo presenta una tensione dionisiaca verso la vita che lo pone al centro del mondo e animato da un fatalismo gioioso e fiducioso, spinto da un' energia tumultuosa che tutto tramuta in affermazione .
La concezione del superuomo trova nella dottrina dell' Eterno ritorno dell' uguale il suo orizzonte definitivo di comprensione . Questo concetto viene presentato come il risultato di una intuizione improvvisa : il tempo non ha fine , il divenire non ha scopo . Il tempo non procede in modo rettilineo né verso un fine trascendente ( come sostiene la tradizione ebraico - cristiana ) né verso un fine immanente ( come crede lo storicismo ). L' uomo occidentale è prigioniero di una errata concezione lineare del tempo, secondo cui ogni cosa ha un inizio e una fine , un principio e uno scopo . A questa concezione ebraico - cristiana che scandisce il tempo in istanti irripetibili - creazione , peccato , redenzione , fine dei tempi - Nietzsche oppone invece una concezione ciclica, secondo la quale gli eventi sono destinati eternamente a ripetersi in un tempo circolare. In questa visione il mondo risulta dominato dalla ripetizione : " tutte le cose eternamente ritornano a noi e noi con esse , e noi già fummo eterne volte e tutte le cose con noi ". Ogni istante vissuto , ogni piacere e ogni dolore sono già esistiti infinite volte e infinite volte , in eterno , esisteranno . Se tutto ritorna , ogni istante non è né un passo avanti né un passo indietro , in quanto non vi sono più direzioni prescritte : cade la possibilità di orientarsi nel tempo rispetto a scopi o principi assoluti ; si svela così il fondamento ontologico fallace di ogni progetto etico , religioso o metafisico . Questa concezione circolare del tempo potrebbe essere interpretata in chiave fatalistica : se ogni istante è destinato a ripetersi , se il tempo non è che l' eterno rincorrersi degli eventi stessi , si deve concludere che nulla accade di nuovo , che la vita è inutile , come gli atti di volontà dell' uomo ? Nietzsche risponde negativamente . L' amor fati non è l' accettazione rassegnata delle cose così come esse accadono : il superuomo è proprio colui che volontariamente vuole per sé quella legge universale che gli altri esseri si limitano a seguire ciecamente . Così facendo trasforma il caso in una necessità consapevolmente assunta e voluta : " Così io volli che fu , così io voglio che sia , così io vorrò che sia " . Nella visione lineare del tempo ogni istante acquista significato solo se legato agli altri che lo precedono e lo seguono : il corso del tempo muove verso un fine che trascende i singoli momenti di cui è costituito . Nella visione di Nietzsche , invece, ogni momento del tempo e dunque ogni esistenza singola in ogni suo attimo di vita, possiede tutto intero il suo senso . L' attimo presente perciò merita di essere vissuto per se stesso , come se fosse eterno .
Da questa concezione Nietzsche trae le sue massime : - Muovi sempre dall' attimo, dal presente vissuto pienamente , in quanto affidato né al destino , né alla casualità , ma alla decisione , al coraggio , alla volontà ; - vivi questo attimo in modo tale da desiderare di riviverlo . E' chiaro che solo un uomo perfettamente felice potrebbe volere l' eterna ripetizione di ogni attimo della propria vita , così come è chiaro che solo in un mondo pensato nella cornice di una temporalità ciclica è possibile una tale piena felicità . Infatti in una struttura del tempo rettilinea nessun istante vissuto può realmente avere in sé una pienezza di senso , in quanto tale istante ha senso solo in funzione di altri istanti che lo precedono e lo seguono . Questi attimi così intensi da desiderare che ritornino eternamente , sono possibili solo se l' uomo felice che ne è il protagonista , il superuomo , aderisce alla legge suprema dell' eterno ritorno dell' uguale . L' eterno ritorno può essere voluto solo dal superuomo , ma il superuomo può darsi solo in un mondo ordinato secondo l' eterno ritorno In questo modo diventa possibile l' avvento di una nuova e felice umanità , libera di dispiegare la propria creativa volontà di potenza sul mondo .
Di fronte alla nullità dei valori , all' assurdità del mondo , alla realtà della sofferenza , la volontà di potenza è la volontà dell' individuo di affermarsi come volontà . La morte di Dio diventa la risurrezione dell' uomo responsabile e padrone del proprio destino , la cui volontà è ora libera di affermare sé stessa . Soggetto di volontà di potenza è , di conseguenza , colui che ha la forza per affermare la propria prospettiva del mondo .
SIGMUND FREUD
La scoperta dell' inconscio attraverso lo studio dell' isteria
L' inconscio è il concetto chiave che racchiude in sé l' originalità della teoria psicanalitica elaborata da Freud : l' inconscio è un' attività psichica di cui non siamo consapevoli , ma che produce effetti reali e concorre alla determinazione della vita dell' individuo . Freud giunge alla scoperta dell' inconscio attraverso lo studio psichiatrico delle nevrosi , e in particolare delle isterie . i sintomi di questa psicosi possono presentarsi come paralisi , del tutto simili a quelle provocate da lesioni organiche , in pazienti , però , in cui non sono assolutamente presenti lesioni . La medicina ufficiale del tempo si muove in un orizzonte positivistico e materialistico , con la tendenza ad interpretare ogni disturbo psichico in chiave somatica e a tralasciare ogni stato nevrotico che non presenti lesioni organiche . Il primo caso trattato da Freud , insieme al dottore viennese Joseph Breuer , è il caso di Anna O , una ventunenne priva di qualsiasi lesione organica : la paziente presenta una grave paralisi con anestesia di entrambi gli arti di destra , disturbi della motilità oculare , difficoltà della postura del corpo , nausea ogni volta che cerca di alimentarsi , e una volta una incapacità di bere durata molte settimane ; anche la sua capacità di linguaggio è deteriorata , fino all' impossibilità di parlare e capire la sua lunga madre , e a ciò si aggiungono stati di assenza e di delirio .
I due dottori notano che durante i suoi sporadici stati di " assenze " e confusione psichica la paziente mormora tra sé parecchie parole , che sembrano provenire da associazioni che occupano i suoi pensieri . Annotate tali parole e messa Anna in uno stato di semi ipnosi , Breuer gliele ripete in continuazione , in modo da fare affiorare tutte le associazioni che potessero avere tra loro : attenendosi alle istruzioni , Anna riproduce le creazioni psichiche che dominano la sua mente durante gli stati confusionali : tutte prendono spunto dalla situazione di una ragazza che accudisce il padre malato . Dopo avere riferito un certo numero di tali fantasie , la paziente è , per così dire , come liberata e riportata alla sua normale vita psichica . Breuer capisce che mediante quest' opera di " pulitura " della psiche si può ottenere più di una semplice eliminazione temporanea degli stati di assenza , ma addirittura la scomparsa dei sintomi . Ciò accade se la paziente riporta , sotto ipnosi , in quale circostanza e e con quali legami associativi essi si sono manifestati la prima volta , a patto che esprima le emozioni concomitanti .
Così Breuer e Freud scrivono in " Studi sull' isteria " , sull' idrofobia di Anna : " Si era d' estate , in un periodo di afa intensa e la paziente aveva sofferto moltissimo la sete ; ché , senza ragioni plausibili , all' improvviso ella non era più riuscita a bere . Così , prendeva un bicchiere d' acqua , ma non appena lo portava alle labbra , bruscamente lo respingeva e naturalmente in quei brevi attimi era in stato d' assenza ...... un giorno , mentre in ipnosi stava parlando della sua antipatica governante inglese , le uscì finalmente detto , con evidenti segni di ribrezzo , che una volta era entrata nella sua stanza e aveva visto il suo odioso cagnolino che beveva in un bicchiere . Ora , dopo essere riuscita a esprimere violentemente tutta la sua collera repressa , ella chiese di bere e trangugiò una grande quantità di acqua senza il minimo disturbo ; si sveglio dall' ipnosi col bicchiere alle labbra . Da allora il sintomo scomparve definitivamente " .
Anna è una persona dalle condizioni psichiche normali , ma presenta ogni tanto stati di assenza ; in condizioni di normalità ella è assolutamente ignara delle scene patogene e del loro rapporto con i sintomi , poiché o le ha dimenticate o le ha dissociate dal loro nesso patologico . Sotto ipnosi , attraverso il metodo catartico , è invece possibile fare affiorare nella sua memoria dette scene . Questa situazione scissa della vita psichica sarebbe difficile da interpretare con le conoscenze medico - psichiatriche dell' epoca , se Breuer e Freud , grazie allo studio dei fenomeni ipnotici , non fossero familiari con l' idea che in un unico individuo possono esistere vari raggruppamenti psichici , in grado di mantenersi indipendenti tra di loro e di ignorarsi a vicenda . Ora , se in una tale scissione della personalità , la coscienza rimane legata a uno dei due stati psichici , quest' ultimo viene detto da Freud stato psichico conscio , mentre l' altro prende il nome di stato psichico inconscio . Freud , a questo punto , interrompe la collaborazione con Breuer e adotta un suo personale metodo di lavoro , perché vuole scoprire la realtà inconscia , cioè qualcosa che né lui né il paziente stesso conoscono . Freud adotta il metodo delle libere associazioni : esso consiste nel sottoporre al paziente dei nomi e il paziente deve rispondere quali parole o pensieri , associati ai nomi ascoltati , affiorano nella mente . Attraverso questo metodo di indagine , senza ricorrere all' ipnosi , Freud riesce a sapere dal paziente ciò che occorre per creare i legami associativi tra le scene patologiche dimenticate e i sintomi residuati : si riescono cioè ad esplicitare i significati inconsci dei discorsi , delle azioni e delle produzioni immaginarie del soggetto . Da questa esperienza Freud assoda che i ricordi dimenticati non sono affatto perduti , ma sono patrimonio del paziente ; essi sono pronti ad affiorare nuovamente , ma una forza psichica indeterminata impedisce loro di diventare consci , per cui sono costretti a rimanere nell' inconscio . La presenza di tale forza è facilmente intuibile da Freud , poiché , quando egli cerca di riportare i ricordi inconsci nella coscienza del paziente , opponendosi in tal modo a questa forza , ha l' impressione che essi debbano fare un notevole sforzo per cercare di superarla . Per Freud , le forze che si oppongono al riemergere nella coscienza delle idee dimenticate , sono le stesse che hanno provocato l' oblio , rimuovendo dalla coscienza le esperienze patogene : egli chiama questo meccanismo rimozione . Freud allora si chiede quali forze e quali condizioni provocano questa rimozione : attraverso uno studio comparato delle situazioni patogene riesce a darsi una risposta . In tutte le esperienze scatenanti tale rimozione accade che venga suscitato un desiderio che si trova in netto contrasto con tutti gli altri desideri dell' individuo , e che si dimostra incompatibile con le esigenze etiche , estetiche e soggettive della personalità del paziente . La presenza del desiderio inaccettabile creerebbe uno stato di intensa sofferenza psichica , che viene evitata con la rimozione : questo processo si mette quindi in atto come meccanismo di difesa della personalità .
Nella seconda di cinque conferenze tenute da Freud all' università di Boston , così egli ricorda uno dei primi casi in cui incontra nel suo paziente il fenomeno della rimozione : " Si trattava di una ragazza profondamente attaccata al padre , morto poco tempo prima e che ella aveva assistito . Dopo il matrimonio della sorella maggiore , ella cominciò a provare una forte simpatia per il cognato , simpatia che veniva interpretata come normale affettuosità familiare . Ora , mentre la paziente e la madre erano assenti , la sorella improvvisamente si ammalò e morì ......mentre la ragazza , urgentemente richiamata , si trovava accanto al letto della sorella morta , le balenò in mente un' idea che potrebbe essere così espressa : ora è libero e mi può sposare . Quest' idea , proprio perché svelava alla coscienza il grande amore per il cognato , amore che non era mai stato coscientemente avvertito , fu immediatamente consegnata alla rimozione dalla rivolta dei suoi sentimenti . La ragazza si ammalò con gravi sintomi di isterismo , finché nel corso della terapia ella ricordò tutto , riproducendo il momento patogeno con tutte le manifestazioni di una intensa emozione , e così il trattamento la guarì " .
La scomposizione della personalità
Nel corso della sua vita di studi Freud elabora due topiche psicologiche ( studio dei topoi o luoghi della psiche ) per descrivere quell' unità complessa che è la psiche , formata da sistemi con funzioni diverse e disposti in un certo ordine gli uni rispetto agli altri . La prima topica è quella descritta nella Interpretazione dei sogni ( 1900 )e distingue tre sistemi : conscio , preconscio e inconscio . Il conscio è ciò che solitamente chiamiamo coscienza e che fino ad inizio '900 si credeva fosse l' unica componente della nostra psiche . Il preconscio è quella zona dove sono contenuti ricordi momentaneamente inconsci , ma che possono tornare consci , grazie ad uno sforzo del paziente . L' inconscio è quella zona dove sono presenti quegli elementi psichici stabilmente inconsci , tenuti in tale situazione dalla forza chiamata rimozione .
I desideri dell' inconscio sono desideri rimossi perché incompatibili con le esigenze morali della coscienza : in quanto rimossi , questi desideri sono repressi e cercano così un appagamento , cioè piacere . A livello inconscio agisce un' energia psichica che alimenta le spinte dell' organismo verso determinate mete : Freud chiama queste spinte pulsioni , e ne sottolinea la differenza dagli stimoli esterni che agiscono sulla nostra psiche : " Una pulsione si differenzia da uno stimolo per il fatto che trae origine da fonti di stimolazione interne al corpo , agisce come una forza costante e la persona non le si può sottrarre con la fuga , come è possibile di fronte allo stimolo esterno . Nella pulsione si possono distinguere fonte , oggetto e meta . La fonte è uno stato di eccitamento del corpo , la meta è l' eliminazione di tale eccitamento . ; lungo il percorso dalla fonte alla meta , la pulsione diventa psichicamente attiva " . L' oggetto è ciò in cui e con cui la pulsione cerca di raggiungere la sua meta : esso può essere una persona , una cosa reale o fantastica . L' azione della pulsione si svolge prevalentemente a livello inconscio : esempio tipico è il sogno , che svolge la funzione di appagamento del desiderio .
La seconda topica psicologica , descritta da Freud in L' io e l' es ( 1923 ) , attua una scomposizione della personalità in tre istanze chiamate Es , Io e Super-io . All' inizio della vita esiste una sola istanza , da cui si sviluppano successivamente le altre : questa istanza iniziale è l' Es , che è il polo pulsionale della personalità , è il serbatoio primario dell' energia psichica : " il suo contenuto è tutto ciò che è ereditato , presente fin dalla nascita , stabilito per costituzione , innanzitutto dunque le pulsioni che traggono origine dalla costituzione corporea ; l' Es esprime dunque il vero intento vitale del singolo individuo , che consiste nel soddisfare i suoi innati bisogni ; è il nocciolo del nostro essere " . Con la crescita una parte dell' Es si autonomizza e si sviluppa , con la funzione di stabilire una mediazione tra l' individuo e il mondo esterno . Questa seconda regione è l' Io , che è il dominio della vita cosciente : compito dell' Io è la conservazione dell' individuo contro i pericoli che lo minacciano , per questo esso impara a conoscere il mondo esterno . L' Io deve raggiungere un equilibrio tra le richieste del mondo esterne e quelle dell' Es ; una delle strategie usate per raggiungere tale equilibrio è rinviare il soddisfacimento di certe pulsioni dell' Es , oppure reprimerle del tutto . Dall' Io si sviluppa il Super-io che è " un sedimento del lungo protrarsi dell' età infantile , durante la quale l' essere umano in formazione vive in uno stato di dipendenza dai genitori " . Il Super-io è l' interiorizzazione dell' autorità famigliare : grande importanza ha la figura paterna . Il bambino associa gli imperativi morali all' autorità paterna e finisce per sentire dentro di sé questa autorità come una sorta di padre interiore , che impone i suoi valori ed esercita il comando su tutta la vita psichica. Man mano che l' individuo cresce e diventa adulto " riceve apporti provenienti da altre persone , che surrogano l' influsso dei genitori , come gli educatori o determinati personaggi della vita pubblica o ideali socialmente ammirati ". Il Super-io è una specie di coscienza morale che interviene quando si avverte l' inclinazione a fare qualcosa da cui ci si ripromette piacere , ma si omette di fare perché la coscienza non lo permette , oppure quando si prova rimorso per un' azione compiuta .
I rapporti tra queste tre zone sono assai fluidi , perché continuamente le forze inconsce premono per entrare nella coscienza e allo stesso tempo i ricordi possono essere rimossi e divenire inconsci : la vita psichica dell' uomo dipende dalla continua dinamica delle forze che legano ed allo stesso tempo oppongono queste tre zone .
L' interpretazione dei sogni
Dopo averne scoperto l' esistenza grazie allo studio dei casi di isteria , Freud studia l' inconscio attraverso quella via maestra che ritiene essere l' interpretazione dei sogni .
Ciò che comunemente viene chiamato sogno è il risultato finale dell' attività psichica inconscia che ha luogo mentre l' individuo dorme . Questa attività minaccia di disturbare o interrompere il sonno : il soggetto sogna per non svegliarsi . Secondo Freud , nel sogno si devono distinguere due livelli : contenuto onirico manifesto e pensiero onirico latente Il contenuto manifesto è l' insieme delle immagini , delle parole , delle emozioni di cui il soggetto è cosciente mentre sogna e che in parte ricorda al risveglio . Freud si accorge che il contenuto manifesto del sogno nasconde in sé un significato ; esso è incomprensibile se letto attraverso le forme del pensiero logico razionale , perché il carattere proprio del sogno è che il soggetto non possa capirlo . Attraverso l' analisi di vari sogni , Freud scopre come esistano pulsioni che l' individuo non conosce , desideri vissuti intensamente che sembrano avere vita autonoma dall' Io . Se questo mondo interiore si esprimesse , il soggetto saprebbe che in lui esistono desideri , impulsi che vanno contro la sua coscienza , contro il suo sistema di valori e questi non potrebbero essere accettati : questi desideri non possono però non esprimersi e lo fanno in modo mascherato lanciando all' Io messaggi che non può comprendere : i sogni sono quindi la manifestazione camuffata dei desideri della psiche di cui il soggetto ignora l' esistenza . Freud chiama lavoro onirico l' insieme delle operazioni psichiche inconsce mediante le quali il contenuto onirico latente viene trasformato nelle forme irriconoscibili del contenuto onirico manifesto .
Il lavoro onirico si articola in tre processi : traduzione del contenuto latente in linguaggio dei processi primari , operazioni difensive dell' Io ed elaborazione secondaria .
Il processo psichico primario è un processo che caratterizza l' inconscio e che non segue le regole logiche caratteristiche del pensiero cosciente , ma ha leggi proprie :
- ignora la contraddizione , cioè nell' inconscio sono compatibili le tendenze più diverse, senza che vengano vissute come contraddittorie ;
- l' inconscio ignora la negazione , dato il carattere sempre positivo dei suoi impulsi ;
- le tendenze dell' inconscio sono dotate di un' estrema mobilità ; possono conferire la loro carica energetica a rappresentazioni svariate e spostarsi da una rappresentazione all' altra ;
- l' inconscio è fuori dal tempo , perciò il processo è " acrono " ;
- la realtà è priva di azione sull' inconscio ; mentre nella vita cosciente le tendenze si subordinano alla loro reale possibilità di appagamento , nell ' inconscio domina il principio di piacere cioè la determinazione a raggiungere sempre e comunque il soddisfacimento del desiderio .
Le operazioni difensive dell' Io intervengono per mascherare il contenuto latente e renderlo innocuo ; questa difesa avviene attraverso :
- la drammatizzazione : i desideri sono trasformati in scene , alle quali il soggetto assiste passivamente e certe volte anche attivamente ;
- l' identificazione : un personaggio o oggetto della scena onirica può , per il soggetto, rappresentarne un altro ;
- la condensazione : in un unico personaggio onirico possono essere condensate diverse figure , diverse persone " latenti " che il soggetto ha fuso insieme ;
- la sovradeterminazione : nell' avvenimento rappresentato del sogno , che può essere ambientato in un' epoca recente per il soggetto , possono essere espressi desiderio problemi che hanno riguardato l' infanzia del soggetto , per esempio i suoi rapporti con i genitori ;
- la diffusione : è il processo inverso della condensazione ; diverse figure manifeste possono rappresentarne in realtà una unica , per esempio la figura materna ;
- lo spostamento dell' accento : è un processo di autoinganno che consiste nello svuotare d' importanza il punto centrale e determinante oppure il protagonista del desiderio latente e caricare d' importanza un altra figura , di per sé marginale ;
- la trascrizione simbolica : il linguaggio onirico utilizza alcuni simboli che si suppone abbiano caratteristiche arcaiche e possano essere comuni ad ogni persona e tradursi in sogni tipici (esempi di simboli : gli oggetti allungati rappresentano gli attributi sessuali maschili ; astucci , scatole , casse , caverne rappresentano il grembo materno) La trascrizione simbolica pone il problema della esistenza di un inconscio collettivo e come si sia formato nell' evoluzione dell' umanità .
Psicopatologia quotidiana
La scoperta dell' inconscio è avvenuta prima con lo studio dei casi di isteria e poi con l' interpretazione dei sogni , ma Freud ha potuto estendere questa sua scoperta a tutti gli ambiti della vita psichica dell' uomo . In " Psicopatologia della vita quotidiana " ( 1901 ) Freud mostra come meccanismi simili a quelli del sogno agiscono nella vita cosciente , ad esempio nei motti di spirito o nei cosiddetti lapsus . Attraverso il velo dell' errore ( uno scambio di parola , chiamare una persona con il nome di un' altra ) o attraverso lo scherzo e l' involontaria battuta comica , il nostro inconscio si esprime , manifestandosi solo per chi sia in grado di interpretarne il messaggio . Nella terza conferenza tenuta a Boston nel 1909 così dice freud a proposito del motto di spirito : " Ve ne darò un esempio , raccontandovi una storiella che circolò per prima in Inghilterra . Dice l' aneddoto : due uomini d' affari privi di scrupoli , che per fortunate speculazioni erano riusciti ad accumulare una ingente ricchezza , cercavano in tutti i modi di entrare nell' alta società . Fra i vari mezzi escogitati pensarono fosse molto opportuno farsi ritrarre dal più famoso e più caro pittore della città , un artista i cui dipinti venivano salutati come avvenimenti . Le preziose tele vennero esposte per la prima volta in una serata di gala e i padroni di casa pilotarono il più autorevole critico d' arte verso la parete del salone , dove erano appesi i ritratti , perché esprimesse il suo lusinghiero parere . Il critico osservò a lungo , si guardò intorno come se cercasse qualcosa , finche indicando lo spazio vuoto tra i due quadri , chiese : - E Gesù dove sta ? - .
E' chiaro che il critico intendeva dire : siete una bella coppia di ladroni , come quelli fra cui fu crocefisso Gesù . Ma egli non dice proprio così e si esprime invece in modo che lì per lì non sembrava né pertinente , né riferibile in qualche modo al soggetto in discussione , ma che , subito dopo , noi riconosciamo come un allusione all' insolenza che aveva in mente , e quindi come una chiara forma sostitutiva . "
Teoria della sessualità e complesso di Edipo
Freud scopre che lo strato originario delle pulsioni sessuali è di origine sessuale . Il significato della parola sessualità ha un significato ampio , in Freud , che va oltre la sfera della differenza tra i sessi e i meccanismi di riproduzione . Freud usa il termine libido per indicare le pulsioni vitali inconsce : esse possono concentrarsi su vari oggetti, determinando le differenti intensità emotive che dominano la vita dell' uomo . In " Tre saggi sulla sessualità " ( 1905 ) Freud sostiene che il primato della genitalità ( legata alla riproduzione ) nell' uomo adulto , è da considerare come il risultato di un lungo cammino del desiderio , che inizia dalla situazione affettiva e sessuale del bambino . Nel neonato la zona erogena è la bocca ( fase orale ) , con eccitazione soddisfatta dal contatto con il seno materno ; dal secondo anno di vita il piacere passa alla zona anale ( fase anale ) ; la libido , a partire dal terzo anno di età , si concentra sugli organi genitali ( fase fallica ) . In questa fase si forma il complesso d' Edipo , che Freud aveva già descritto nella Interpretazione dei sogni . Il nome richiama la leggenda del re greco Edipo , che è destinato dal fato a uccidere il padre e a sposare la madre , che fa di tutto per sfuggire alla sentenza dell' oracolo e che poi si punisce accecandosi , quando scopre che ha inconsapevolmente commesso questi delitti . Il termine complesso indica invece un insieme di rappresentazioni , di pensieri e ricordi che determinano , in un certo periodo , lo sviluppo della personalità . Tra i tre e i cinque anni l' oggetto d' amore del bambino si identifica nel genitore di sesso opposto , mentre il genitore dello stesso sesso viene visto come antagonista e come un rivale troppo potente . Freud interpreta il complesso d' Edipo come una fase normale dello sviluppo della personalità , anche se il complesso può divenire una lontana causa di nevrosi . Dopo i cinque anni la sessualità infantile ha un periodo di latenza , che dura alcuni anni , e il complesso di Edipo declina , per poi riattivarsi nell' età puberale ; è in questa fase che il complesso deve venire superato , riequilibrando la sfera affettiva nei confronti dei genitori .
Le passioni edipiche devono essere rimosse : il maschio si identificherà con il padre , la femmina con la madre , con la speranza di trovare in futuro , fuori dalla famiglia , un oggetto d' amore capace di appagare gli antichi desideri irrealizzati .
Se questo riequilibrio non avviene ci sono le premesse per l' insorgere della nevrosi , che hanno a che fare con una non corretta evoluzione della sessualità . Le nevrosi possono insorgere anche a seguito di un controllo troppo rigido delle pulsioni sessuali, e in questo caso le nevrosi indicano che i desideri sessuali repressi cercano di manifestarsi . Nel caso contrario di una rimozione troppo debole dei desideri sessuali , il soggetto sarà soggetto a psicopatologie legate alla perversione , cioè a condotte sessuali condannate dalla società a causa di un controllo inefficiente dei propri istinti .
Principio di piacere e principio di realtà
Se riflettiamo sul rapporto tra Io , Es e Super-io notiamo che solo l' Io deve affrontare problemi riguardanti la sfera del mondo esterno . L' Io è , per così dire , preso tra i due fuochi dell' Es e del Super-io : il Super-io gli pone imperativi morali e lo punisce se non li rispetta ; l' Es preme perché i desideri psichici siano realizzati , e spesso si tratta di pulsioni molto forti che sono diametralmente opposte agli imperativi morali del Super-io , perché l' es è privo di leggi morali . L' Io deve mediare tra questi impulsi psichici contrapposti tenendo anche conto del mondo esterno , che a sua volta pone esigenze precise e ineludibili , che spesso non si accordano con quelle dell' Es e del Super-io . Delle forze che premono sull' Io , Freud ne distingue due classi : il principio di piacere è l' insieme dei desideri che premono per ottenere soddisfazione , il principio di realtà è l' insieme di esigenze , problemi e richieste che premono sull' Io dalla realtà esterna . Essi sono determinati dalle condizioni naturali , ma anche dalla situazione sociale , politica e culturale in cui l' uomo vive . Il principio di realtà costringe l' uomo a occuparsi meno del piacere che viene richiesto dalle sue pulsioni inconsce e a dedicare la sua attenzione al mondo esterno . Al tempo stesso è la realtà il luogo in cui i piaceri possono essere appagati : la vita della psiche è quindi determinata dalla dinamica tra questi due principi . Lo scoglio più duro contro cui cozza il principio di piacere è il fatto che l' Io deve sempre fare il conto con altri uomini , perché da essi dipende la vita reale. Nessuno può fare a meno dei suoi simili , ma il principio di piacere impone comportamenti incompatibili con la vita in comunità . Per ciascuno , infatti , gli altri sono strumenti per appagare i propri desideri . A queste condizioni la società nasce solo come conflitto di tutti contro tutti , ma perché una società sia strutturata efficacemente deve basarsi sull' accordo piuttosto che sul conflitto . Se ci sono conflitti , la società è chiamata a sedarli , sottomettendoli alla legge . Ciò esige che il principio di realtà sia tenuto a freno , cioè che l' Io controlli rigorosamente gli impulsi che , se liberati e lasciati agire , distruggerebbero quell' equilibrio su cui la società si fonda . Freud , nel saggio omonimo del 1929 , parla di disagio della civiltà per intendere la necessità sociale che al principio di piacere non sia dato totale appagamento . La felicità dell' uomo impone la rinuncia a soddisfare certi desideri . Poiché questi desideri irrealizzabili non possono essere annullati , essi devono essere in qualche modo controllati e regolati attraverso norme che ne limitano gli effetti : la società è cioè strutturata in modo da inibire la libera espressione del principio di piacere . La società limita la realizzazione dei desideri della vita psichica , ma se questa limitazione non esistesse probabilmente la società non esisterebbe o non si sarebbe mai evoluta nelle forme attuali . Il problema di una società correttamente organizzata è quindi quello di permettere il massimo di soddisfazione per il principio di realtà compatibile con il massimo rispetto del principio di realtà . Freud individua nella sublimazione un meccanismo utile ed efficace alla realizzazione di quegli impulsi psichici non compatibili con il principio di realtà . Si dice che un impulso psichico viene sublimato quando l' energia psichica viene impiegata non per la realizzazione del desiderio , ma viene spostata verso un oggetto più elevato Si spiegano così molte manifestazioni importanti della vita collettiva , come l' arte , la passione per la ricerca scientifica , il sacrificio in nome di un ideale , il lavoro , la scuola , le competizioni agonistiche , cioè lo sport , ecc. Con la sublimazione la pulsione psichica trova una via per manifestarsi e ciò porta l' uomo a uno stato di equilibrio , allo stesso tempo sono annullati gli effetti negativi della pulsione sulla società , che può trarne anche benefici come nel caso della ricerca o dell' arte .
Eros e Thanathos
In L' Io e l' Es del 1923 Freud divide le pulsioni psichiche in pulsioni di vita
( simboleggiate dal Dio greco Eros ) e pulsioni di morte ( in greco Thanatos ) . La pratica analitica mette infatti in luce impulsi profondi che tendono alla vita , esprimono la sessualità in termini positivi , tendono al piacere e orientano l' uomo verso sentimenti che lo legano ai suoi simili con vincoli d' affetto e d' amicizia . Allo stesso tempo vengono messi in risalto impulsi distruttivi , che orientano l' uomo verso comportamenti violenti , desideri che negano la vita . Freud scrive che " alla pulsione di morte compete il compito di ricondurre il vivente organico nello stato privo di vita ; l' Eros perseguirebbe invece il fine di complicare la vita , allo scopo naturalmente di conservarla , aggregando in unità sempre più vaste le particelle disperse della sostanza vivente . Entrambe le pulsioni agirebbero in modo conservativo , nel senso più rigoroso di questo termine , poiché mirerebbero al ripristino di uno stato turbato dall' apparire della vita . L' apparire della vita sarebbe dunque la causa della continuazione della vita e al tempo stesso della aspirazione alla morte ; e la vita stessa sarebbe una lotta e un compromesso fra queste due tendenze " .
LUIGI PIRANDELLO
Pirandello pone al centro della sua analisi il problema della soggettività . Il positivismo ottocentesco ha sostenuto l' esistenza di una realtà unica , indipendente dal soggetto e perfettamente conoscibile : attraverso un' attenta analisi della realtà Pirandello porta a un definitivo tramonto l' idea classica di individuo forte e razionale , dimostrando la fragilità della condizione umana . Poiché il mondo esterno viene vissuto e visto attraverso il filtro della nostra soggettività , è impossibile che la conoscenza di esso sia univoca . E' quindi inutile cercare al di fuori di noi una realtà unica , eterna e universale capace di contrastare la fragilità umana , perchè la realtà esterna è una costruzione diversa per ogni uomo , il risultato di un lungo processo graduale, che si sviluppa in stretto rapporto con l' esperienza personale . In questo clima di relativismo gnoseologico Pirandello nel 1908 scrive " L' umorismo ", una riflessione sul comportamento che l' uomo dovrebbe assumere nei confronti della vita . Per Pirandello l' umorismo nasce dalla riflessione che , concentrandosi su un sentimento e scomponendolo nei suoi aspetti contraddittori , ne fa sorgere un altro opposto , ma anch' esso autentico , quello che Pirandello chiama sentimento del contrario . L' uomo osserva il mondo e cerca di farsi di esso idee generali da usare come guida certa, poiché non potrebbe sopportare l' idea di un mondo sempre diverso , in continua mutazione . La vita , che ha sempre a che fare con queste apparenze , diventa così una molto enorme pupazzata , una fantasmagoria meccanica , quasi come il guscio di un lumacone , che si porta sempre dietro a fatica la propria abitazione , la quale può frantumarsi per un nonnulla da un momento all' altro . Umorista è invece chi si spinge con la riflessione sempre più lontano dalle illusioni di cui è preda l' uomo , si toglie la maschera ed arriva così a scorgere nel mondo quell' abisso profondo che è la mancanza assoluta di un senso . Umorista è colui che ha compreso questo gioco consolatorio creato fino ad ora dall' uomo per nascondere a se stesso la tragicità della vita , e che quindi cerca di mostrare l' assurdità di tale gioco . Il primo umorista per Pirandello è stato Copernico , che ha avuto il coraggio di decostruire l' immagine orgogliosa che l' uomo si era fatto di sè , come centro e scopo del cosmo, catapultandolo in un Universo senza confini .
La riflessione dell' umorista va oltre l' apparenza e smonta le nostre certezze: "la riflessione si insinua acuta dappertutto e tutto scompone: ogni immagine del sentimento , ogni finzione ideale , ogni apparenza della realtà, ogni illusione " . La causa di questo bisogno dell' uomo di ricondurre tutto a un senso rassicurante per quanto illusorio è per Pirandello quella macchinetta infernale che è la logica : "una pompa a filtro che mette in comunicazione cuore e cervello" , trasformando " il povero sentimento" in "un' idea astratta e generale". Per Pirandello la Natura si è mostrata benevola nei confronti del genere umano perchè gli ha concesso in esclusiva la ragione , e di conseguenza la possibilità di "sentirsi vivere" . Da questa analisi , la immagine dell' uomo risulta seriamente compromessa : l' ideologia pirandelliana ha la tendenza a distruggere la forza dell' individuo che si reputa un essere coerente e determinato nei propri propositi . Decostruire è lo scopo di Pirandello e ciò si esprimerà in tutta la sua produzione teatrale e letteraria .
Il romanzo più famoso di Pirandello è sicuramente " Il Fu Mattia Pascal " . Mattia Pascal è un piccolo borghese che si trova imprigionato nella " prigione " di una famiglia insopportabile e di una misera condizione sociale : la sua aspirazione è fuggire dal piccolo paese in cui vive per ottenere l' agognata libertà . Inaspettatamente una serie di coincidenze favorevoli lo aiutano : vince un' ingente somma di denaro al casinò di Montecarlo e contemporaneamente i suoi familiari lo ritengono morto , avendolo riconosciuto in un cadavere ritrovato in città . Mattia decide di approfittare della situazione , fugge dalla sua identità e per un certo periodo viaggia . Sente poi la necessità di una vita stabile , così , attribuendosi una nuova identità sotto il nome di Adriano Meis , si stabilisce in una casa a Roma . Ben presto si accorge che questa libertà non è totale e avverte la mancanza di un' esistenza sicura e tranquilla , con fondamenti stabili , di una casa tutta sua e di un passato pieno di ricordi . Nel rapporto tragicomico con l' umanità varia della pensione del signor Anselmo Paleari , Mattia Pascal capisce che il suo tentativo di crearsi una nuova identità , autentica e libera è fallimentare , perchè la libertà è più costrittiva di una prigione , il passato non può essere dimenticato e una vita senza affetti e legami non può definirsi tale . Così , dopo la simulazione del suicidio di Adriano Meis , cioè la sua seconda morte , Mattia Pascal decide di riacquistare la sua originaria identità e torna al paese . Qui però la realtà è cambiata , gli abitanti non lo desiderano più , la moglie si è rifatta una vita con il suo migliore amico : Mattia Pascal allora si trasforma per l' ultima volta e decide di tornare a vivere isolandosi dalla collettività , nella biblioteca ricavata nell' abside di una chiesa sconsacrata . Ritrovata la pace e perduta la felicità , Mattia Pascal comincia a ricordare e a ricostruire la sua storia , nella condizione di forestiere della vita .
E' durante il soggiorno di Adriano Meis a Roma che veniamo esplicitamente a contatto con la filosofia umoristica di Pirandello : qui infatti Anselmo Paleari espone al suo ospite due originali teorie , che la critica usa chiamare come strappo nel cielo di carta e lanterninosofia . Mettendo a confronto il teatro classico con il teatro moderno , il signor Paleari propone al protagonista una riflessione sulla differenza tra uomo antico, di cui emblema è Oreste , e l' uomo moderno , rappresentato da Amleto . Oreste , che vendica l' onore tradito del padre uccidendo la madre , è convinto di conoscere una realtà assoluta ed eterna , di sapere distinguere tra bene e male . Ma se nel momento in cui Oreste , uomo certo e risoluto , sta compiendo la sua vendetta , si aprisse uno strappo nel cielo di carta della scenografia , che rompesse l' uniformità del fondale egli rivolgerebbe ad esso lo sguardo e diventerebbe Amleto , uomo dubbioso e incerto. Infatti basta un nulla per mettere in crisi le costruzioni che noi stessi creiamo per mascherare il nulla che sta dietro al nostro " cielo di carta ". Oreste è abituato a considerare vero ciò che non lo è , quello strappo lo costringe in una realtà straniante e priva di certezze . Sempre Paleari mostra la non fondatezza delle nostre costruzioni ideologiche e religiose , tramite la filosofia del lanternino . Il sentimento della vita e del mistero spingono l' uomo a cercare basi stabili e durature, che crede di trovare nel progresso , nella tecnica , nella scienza , ma soprattutto nella fede religiosa . Ogni uomo separa bene e male attraverso il proprio lanternino interiore, che traccia intorno a lui un cerchio di luce più o meno ampio al di là del quale sta l' ignoto , il buio , che prende luce dai lanternoni , cioè dalle grandi ideologie che orientano l' umanità . Se uno o più di questi lanternoni si spengono , l' uomo si sente sperduto , come formiche che non trovano più la bocca del formicaio . Mattia Pascal raggiunge la consapevolezza che la forma fa soffrire , ma è indispensabile alla vita di ogni uomo; non diventa un filosofo ma , divenuto consapevole di non potersi più illudere , scopre l' impossibilità di un processo di formazione individuale , così diventa un umorista . Da questo romanzo esce quindi un uomo che recita ogni volta ruoli diversi nella vita , un uomo che ha perso la sua personalità unica e permanente : il concetto di individuo viene distrutto , perde la sua identità , fino a diventare nella sua forma estrema uno, nessuno e centomila , che è appunto il titolo del secondo romanzo di successo di Pirandello . " Uno , Nessuno e Centomila " è un romanzo di scomposizione della vita, perchè assistiamo all' autodistruzione di un individuo , causata dall' acquisita consapevolezza della impossibilità di darsi una forma coerente ed autentica e della falsità dei rapporti che ci legano agli altri . Il protagonista Vitangelo Moscarda entra in crisi quando la moglie gli fa notare che il suo naso pende verso destra , particolarità che lui non aveva mai osservato . Da qui nasce lo sgomento per le centomila immagini diverse con cui gli altri ci vedono , immagini fallaci e mai corrispondenti al vero. ("Ciascuno se lo poteva prendere quel corpo lì , farsene quel Moscarda che gli pareva e piaceva , oggi in un modo o nell' altro , secondo i casi e gli umori ") . Moscarda arriva però alla terribile conclusione di non essere centomila solo per gli altri , ma anche per sè ; emozioni e desideri ci condizionano a tal punto da farci cambiare continuamente forma , fino a farci diventare solo una metamorfosi continua di noi stessi : è la crisi della persona , del principio di identità . Moscarda decide di distruggere le immagini di sè che sono negli altri e in lui stesso , ma per raggiungere tale obiettivo si deve irrimediabilmente estraniare dalla realtà e da quelle credenze su cui si basa il nostro io. Rinuncia al suo nome per lasciare che la vita si viva in lui, senza più sentimenti e memoria . Distrutta l'identità egli può ritenersi libero , ma rinchiuso nella forma della disidentità che equivale alla follia : rinchiudendosi in un ospizio si sottrae definitivamente al meccanismo della rappresentazione .
ITALO SVEVO
Italo Svevo ha le sue radici culturali nella Trieste di fine secolo , che è una delle realtà italiane più vive , in quanto soggetta alla cultura mitteleuropea . Tra la seconda metà dell' ottocento e il primo novecento , in Prussia e nell' impero Asburgico sono infatti venuti alla ribalta personaggi come Nietzsche , Marx , Freud ed Einstein , capaci di rivoluzionare la visione dell' uomo sul mondo e su sè stesso . In questo clima di veloce e radicale mutazione degli epistemi classici l' uomo sente come inadeguati i tentativi di porre un ordine alla realtà : il positivismo , sempre alla ricerca di nessi causa - effetto riconduce l' esistenza al solo dato empirico , mentre il naturalismo , in letteratura, vuole sempre attenersi al reale , al concreto . E' comprensibile quindi come queste tendenze filosofico - letterarie non reggano l' impatto con le nuove istanze relativistiche e individualiste . Se l' uomo disorientato che si affaccia al nuovo secolo perciò è alla ricerca di un pensiero che lo rassicuri , Svevo procede invece nella direzione inversa, cioè mette il coltello nella piaga , inchiodando l' uomo a un' immagine di sè che non è gradevole osservare ( ed è forse questa la causa dell' iniziale disinteresse del pubblico per i suoi romanzi ) . La figura principale che caratterizzerà tutta la sua produzione letteraria è infatti l' inetto , cioè colui che è inadatto , incapace di vivere instaurando rapporti normali con altri individui . L' inetto si sente sempre in una situazione di disagio interiore e non riesce mai a sentirsi in pace con se stesso e con gli altri ; è un uomo abbozzato , nel quale nessuna parte è completamente sviluppata e proprio per questo è capace sempre di cambiare . Nella Trieste di fine '800 , Svevo individua le radici dell' inettitudine nella declassazione sociale e nell' interesse per la cultura umanistica . Infatti , in un' epoca in cui il motore della società sono il capitalismo e il profitto , chi non è capace di spendersi in campo economico e preferisce attività letterarie non può che risultare un emarginato .
In una prima fase del suo pensiero , Svevo giudica negativamente la figura dell' inetto perchè vede in lui l' incapacità di dare un senso alla propria vita , di realizzare i propri progetti . Legati a questa visione sono i primi due romanzi di Svevo : " Una vita " ( 1892 ) e " Senilità " ( 1898 ) .
Alfonso Nitti , protagonista di " Una vita ", è un intellettuale costretto a lavorare come impiegato in banca , non riesce a essere una persona forte e virile , come richiederebbe la società borghese triestina , i cui unici valori sono il profitto e la produttività . Non aderendo ai canoni richiesti dal mondo esterno , Alfonso si rifugia nella vocazione letteraria , che ritiene simbolo di una superiorità spirituale . Questa esigenza di costruirsi una realtà alternativa gratificante non fa altro che mettere in evidenza la coscienza dell' inetto , una coscienza caratterizzata da autoinganni e contraddizioni . Se in "Una vita" prevale un' indagine sociale sulla tipologia umana dell' inetto , nel secondo romanzo "Senilità" l' attenzione si sposta sulla realtà psicologica : il protagonista Emilio Brentani è un piccolo borghese che ha paura di affrontare la realtà e per questo decide di rinunciare al godimento e di mortificare la propria vita . Emilio vive in un rapporto quasi simbiotico con la sorella Amalia , che viene vista quasi come una figura materna ; questo comportamento mette dunque in risalto una forte immaturità psicologica perchè Emilio è rimasto ancorato a una fase senile dell' evoluzione psichica . In entrambi i romanzi assistiamo allo stesso schema del confronto dell' inetto con un suo antagonista , che ne mette in maggior risalto la condizione malata . Macario in "Una vita" e Balli in "Senilità" sono infatti personaggi sicuri di se stessi , che agiscono decisi e raggiungono sempre i loro obiettivi , a scapito di Alfonso ed Emilio che rispetto a loro sembrano inermi , incapaci di qualsiasi affermazione di volontà . Questo scontro sembra ricalcare il dibattito di stampo schopenhaueriano sul rapporto lottatori - contemplatori . I lottatori sono coloro che, certi dei loro mezzi e sicuri delle loro verità , cercano sempre di prevalere sugli altri , e i lottatori in questo caso sono rappresentati dalla classe borghese . I contemplatori, cioè i personaggi che Svevo sceglie come protagonisti dei suoi romanzi , sono coloro che risultano schiavi delle proprie insicurezze , dell' eccessiva riflessione su se stessi .
Dopo i primi due romanzi , da cui emerge dunque l' interesse nel tratteggiare l' identità di un nuovo tipo di uomo , Svevo passa un lungo periodo di astinenza dalla scrittura, forse anche per il suo momentaneo insuccesso tra il pubblico . In questo periodo incontra a Trieste , dove soggiorna , James Joyce il quale , dopo avere letto i suoi romanzi , lo esorta a continuare la sua attività letteraria perchè gli sembra promettente. Poi , evento fondamentale , conosce le opere di Freud , la cui "Interpretazione dei sogni" esce nel 1900 . Sotto il profilo terapeutico , Freud gli provoca "un' impressione disgustosa" , perchè Svevo non accetta la sua pretesa di potere arrivare alla guarigione dei nevrotici , mentre è interessato alle possibilità conoscitive permesse dalla psicoanalisi , capace di indagare a fondo la complessità della realtà psichica dell' uomo . Altra forte influenza viene esercitata dalla teoria evolutiva di Darwin , che viene rielaborata originalmente nel saggio "L' uomo e la teoria darwiniana" : qui Svevo spiega le differenze tra animale e uomo . Per Svevo lo sviluppo eccessivo di qualità inferiori che servono nell' immediato per la sopravvivenza non è altro che un arresto dello sviluppo : " L' animale più capace di evolversi è quello in cui una parte è in continua lotta con l' altra per la supremazia " . Svevo quindi pensa a un uomo in continuo divenire , capace di infinite mutazioni .
E' partendo da questi presupposti che , dopo un ventennale silenzio , Svevo pubblica la sua opera fondamentale , cioè " La coscienza di Zeno " ( 1923 ) . Questo terzo romanzo mostra una grande coerenza di temi con i due precedenti , in quanto Zeno è fondamentalmente fratello di Alfonso Nitti ed Emilio Brentani , come afferma lo stesso Svevo , quando dichiara di non aver scritto in realtà che un solo romanzo .
Zeno Cosini , ricco e malato immaginario di infinite malattie , giunto alla vecchiaia scrive la propria autobiografia per soddisfare i desideri dello psicanalista che lo ha in cura . Risaliamo così a ritroso nella vita di Zeno ed assistiamo al suo passare da una facoltà universitaria all' altra , alla morte del padre , al suo ingresso in casa Malfenti, dove trova tre ragazze da maritare . Dopo avere ricevuto due secchi rifiuti dalla prime due , ottiene la mano di Augusta , la ragazza cui meno ambisce ma che forse inconsciamente ha già scelto . Dopo il matrimonio , Zeno trova l' amante e mette in piedi una disastrata attività commerciale ; il romanzo si interrompe quando la situazione comincia a cambiare , cioè allo scoppio della guerra . Gli affari vanno a gonfie vele , Zeno fa un mucchio di quattrini e ciò lo porta a preoccuparsi meno dei suoi mali . Il tema principale del romanzo non è tanto la vita di Zeno , quanto piuttosto la storia della sua malattia , cioè la resistenza a ogni tipo di salute . Zeno infatti abbandona quasi subito la psicanalisi perchè la ritiene una cura che ha la presunzione di portare alla guarigione totale ; inoltre non accetta il tipo di salute che gli presenta la società in cui si trova a vivere , cioè la salute dei componenti di casa Malfenti . Nel suo tentativo di arrivare alla consapevolezza di sè , Zeno scopre che la differenza tra salute e malattia consiste nel fatto che il sano non analizza la sua malattia mentre il malato non fa che pensarci continuamente . Zeno comprende che la realtà psichica è ben più complicata di quanto si pensi , che la volontà è un carattere effimero e inconsistente , che non esistono certezze assolute , non c'è una verità : per questo l' uomo deve continuamente riflettere su sè stesso , nella consapevolezza che ciò possa portare all' inettitudine . Questa mancanza di certezze porta all' incapacità di realizzarsi , di scegliere una strada piuttosto che un' altra . Essendo conscio di questa sua incapacità alla vita normale , Zeno decide di affiancarsi a persone "sane" , come Augusta , guidate da una sicurezza totale sul senso del reale e della vita . Nel descrivere Augusta , Zeno rappresenta se stesso in antitesi , contrapponendo la presunta salute della moglie alla propria malattia e mostrando come il confine tra sano e malato sia molto labile : " Io sto analizzando la sua salute , ma non ci riesco perchè mi accorgo che , analizzandola , la converto in malattia . E scrivendone, comincio a dubitare se quella salute non avesse avuto bisogno di cura o d' istruzione per guarire . Ma vivendole accanto per tanti anni , mai ebbi tale dubbio " . Zeno, ritenendosi malato , ha sempre creduto che la sua fosse una situazione individuale, isolata , perciò ha sempre cercato di raggiungere la salute ; successivamente , quando si ritrova a guardarsi indietro , Zeno si accorge di quanto malate siano in realtà le convinzioni che sostengono un comportamento sano e di come sia " atroce quella salute che non analizza se stessa e neppure si guarda allo specchio " . Zeno arriva così alla conclusione che la sua nevrosi non sia un caso raro , ma abbia radici storiche legate ad una male morale che investe l' intera società cui appartiene : Zeno diventa così metafora della crisi dell' uomo contemporaneo , una crisi acuita dalla lucida consapevolezza della propria condizione .
La stessa struttura narrativa del romanzo è metafora della concezione sveviana della realtà , che non esiste come oggettiva conoscenza , ma è frutto di una narrazione in cui il soggetto fa emergere certi aspetti ed attribuisce loro un certo senso , un valore arbitrario . La realtà esterna dipende da quella interna dell' uomo , poiché è solo un' attribuzione di un senso relativo : Lo Zeno che scrive nel presente , durante la cura psicanalitica , ricostruisce ed interpreta lo Zeno del passato . Il relativismo è sottolineato anche dal tono umoristico usato per mettere in evidenza sia gli autoinganni costruiti dallo Zeno passato per evitare le decisioni , sia quelli inventati dallo Zeno scrivente , per non vedere tutto quello che il suo passato potrebbe rivelargli, per camuffarsi e presentarsi onorevolmente all' analista .
CHARLES DARWIN
Fino al' ottocento si ritiene che tutti gli esseri viventi , compreso l' uomo , siano stati creati per atto divino ( creazionismo ) . Gli esseri viventi si differenziano per la maggiore o minore perfezione con cui essi sono realizzati : essi sono quindi ordinabili dai più semplici ai più complessi . Una prima classificazione sistematica di essi , basata sulle diverse forme degli organi riproduttivi , viene proposta dallo svedese Linneo ( 1707 - 1778 ) . Nel XVIII secolo lo scienziato francese Buffon è tra i primi ad ipotizzare che le specie possano subire dei cambiamenti nel corso del tempo , ma la cronologia biblica dell' universo è così ristretta da far sembrare impossibile che ci sia stato un tempo così lungo come quello necessario per la trasformazione di una specie nell' altra . E' solo verso il giungere del nuovo secolo che si formano le basi concettuali di una più moderna teoria evolutiva , ed è interessante rilevare il merito della geologia in questo mutamento prospettico .
Il geologo James Hutton formula la teoria dell' attualismo , secondo cui la Terra non sarebbe stata modellata da improvvisi eventi violenti , ma da processi lenti e graduali, quali l' azione del vento e delle acque . Questa teoria implica una grande dilatazione dell' età della Terra , portandola ben oltre i 6000 anni dei canoni biblici ; inoltre essa presuppone che il cambiamento sia il normale corso degli eventi , in contrasto con la visione di un sistema statico caratterizzato da sporadici eventi modificatori . La teoria di Hutton trova comprensibilmente una forte disapprovazione per le sue possibili conseguenze in campo sia scientifico che filosofico . Ben maggiore è la diffusione a inizio secolo della teoria del paleontologo Georges Cuvier , detta catastrofismo , che cerca di conciliare la scienza con la tradizione biblica . Egli riconosce il fatto che molte specie animali viventi in passato non sono più presenti sulla superficie terrestre , ma non ammette l' attribuzione di ciò a cambiamenti lenti e graduali . Al contrario , egli ritiene che l' aspetto fisico della Terra sia il risultato di violenti cataclismi che, ripetendosi nella storia , hanno volta per volta fatto estinguere specie di esseri viventi, sostituendole con altre nuove alla fine di ogni catastrofe .
E' il geologo Charles Lyell ( 1797 - 1875 ) che fornisce agli evoluzionisti la definitiva prova della validità della teoria attualista di Hutton . Nei suoi " Principi di geologia " si oppone decisamente al catastrofismo , sostenendo che la somma dei lenti e costanti effetti delle forze naturali ha sempre prodotto continui cambiamenti nel corso della storia della Terra; poiché questi processi sono manifestamente lenti e i loro effetti non sono quasi visibili nel corso di una vita umana , essi devono essere agenti da tempi molto lunghi . Una qualsiasi futura teoria evoluzionista dovrà coincidere con i tempi lunghi dell' età della Terra . Il primo scienziato ad elaborare una teoria sistematica dell' evoluzione è Jean Babtiste Lamarck ( 1744 - 1829 ) . Nel 1801 egli osa affermare che tutte le specie viventi, compreso l' Homo sapiens , discendono da altre specie . Secondo Lamarck le forme più complesse di vita sarebbero derivate da forme più semplici mediante un meccanismo di progressione , regolato da due principi fondamentali . Il primo principio consiste nell' ereditarietà dei caratteri acquisiti : gli organi degli animali , a seconda del loro uso o disuso , diventano più o meno sviluppati , e questi cambiamenti vengono trasmessi ai figli . In questo modo le parti meno utili progressivamente regrediscono, fino ad atrofizzarsi o addirittura a scomparire , mentre gli organi più utili si sviluppano sempre più : in questo caso l' esempio è quello celebre delle giraffe che , nel tempo , hanno allungato il loro collo per poter raggiungere le foglie degli alberi . Il secondo principio della " Filosofia zoologica " ( 1809 ) di Lamarck è un' idea vitale universale , un impulso inconsapevole che spinge ogni essere verso una sempre maggiore complessità . La novità di questa teoria è la caratteristica comune di tutti i viventi a cercare sempre un miglioramento delle proprie condizioni di vita . Nonostante lo scarso successo inizialmente ottenuto da Lamarck , è innegabile il suo contributo, soprattutto per ciò che riguarda l' influenza dell' ambiente sugli esseri viventi , tanto che Darwin lo definirà " un naturalista giustamente famoso " .
Le teorie di Cuvier , Lyell e Lamarck sono quindi i fondamenti scientifici del clima culturale da cui Darwin parte per effettuare le sue rivoluzionarie osservazioni ; esse vengono compiute nell' arco di cinque anni ( 1831 - 1836 ) che Darwin trascorre come accompagnatore scientifico di un viaggio della Marina Britannica lungo le coste del Sud America , dell' Africa e dell' Oceania . Darwin raccoglie una quantità enorme di preziosi materiali e notizie riguardanti non solo la zoologia , ma anche la botanica , la geologia , la paleontologia e l' antropologia : rimane colpito dalla varietà di organismi che incontra , che possono cambiare molto anche da isola a isola dello stesso arcipelago . Esemplare è il caso dei fringuelli delle Isole Galapagos : su ogni isola i fringuelli differiscono per la grandezza e la forma dei becchi e dei corpi . Darwin nota come tutti questi animali abbiano caratteristiche comuni tali da poter essere classificati come fringuelli , ma allo stesso tempo ogni tipo di essi ha caratteristiche singolari, spesso presenti in altre specie di uccelli presenti sul continente . Spontaneo gli sorge allora l' interrogativo su come sia stata possibile una tale diversificazione in un così esiguo gruppo di isole , interrogativo cui da una prima profetica risposta nel diario di bordo : "Si potrebbe davvero fantasticare che in questo arcipelago una specie sia stata presa e modificata a scopi diversi a partire da un ridotto numero iniziale di uccelli ". Tornato a Londra , per anni ed anni Darwin rielabora e riflette sui dati raccolti durante il viaggio , arrivando a concepire la sua teoria di evoluzione per selezione naturale, contenuta nel famoso saggio del 1859 " L' origine della specie " . Una delle maggiori influenze subite da Darwin nel corso dell' elaborazione della sua teoria proviene dalla lettura, nel 1838 , dell' opera del sociologo Thomas Malthus " Saggio sui principi della popolazione " . Analizzando un periodo in cui l' industrializzata Inghilterra è afflitta da sovrappopolazione e scarsità di mezzi di sussistenza , Malthus scrive che la popolazione tende ad accrescersi più di quanto crescano le disponibilità alimentari, cosicché ogni generazione deve pagare un grosso contributo di morti per carestie ed epidemie. Darwin allora pensa che ciò possa avvenire a maggior ragione per le specie animali che , a differenza dell' uomo , non sanno aumentare la produttività di risorse dell' ambiente in cui vivono ; così la mortalità può colpire in modo diverso gli individui con attitudini diverse , compiendo una sorta di scelta fra quelli migliori . Su questa seconda riflessione Darwin è anche guidato dalla sua conoscenza dell' ambiente degli allevatori , che in Inghilterra cercano di migliorare le razze di pecore e cavalli . Darwin individua la fondamentale importanza della lotta per la sopravvivenza : il fatto che solo una minoranza di individui riesca a raggiungere l' età adulta in un determinato ambiente dipende dalla capacità di questa minoranza di sapersi meglio adattare all' ambiente stesso . Infatti se più individui di una specie lottano tra loro per accaparrarsi le risorse disponibili , non sufficienti per tutti , necessariamente si impongono i più forti e questi sono proprio quelli che portano caratteri vantaggiosi alla lotta . Questa idea si adatta bene con le osservazioni raccolte per il mondo , per ciò che riguarda l' estrema variabilità all' interno della specie stessa . Questa variabilità è dovuta esclusivamente al caso : le variazioni non sono causate né dall' ambiente , né da un impulso inconscio dell' organismo, come sosteneva Lamarck . Esse non sono direzionate , ma possono risultare più o meno utili ad un individuo per la sua sopravvivenza . Darwin non riuscirà mai a dare una soluzione convincente al problema dell' origine della variazione : solo le scoperte successive della genetica forniranno poi alla teoria darwiniana la base scientifica per spiegare la nascita delle variazioni e della loro trasmissione .
La teoria di Darwin attribuisce una fondamentale importanza all' ambiente , che funge da involontario selezionatore , analogamente a quanto fanno volontariamente gli allevatori : così come essi selezionano gli esemplari con le caratteristiche volute, impedendo la riproduzione ai più deboli , l' ambiente favorisce l' accoppiamento degli individui che meglio si adattano . Con il trascorrere del tempo , se l' ambiente continua questa sua azione selezionatrice e certe caratteristiche vengono progressivamente eliminate , la popolazione di una determinata specie lentamente si modifica e si può arrivare alla speciazione . Condizione necessaria affinché si crei una nuova specie è l' isolamento riproduttivo , che impedisce il rimescolamento del patrimonio genetico: ciascuno dei gruppi prodotti dall' isolamento segue poi una propria linea evolutiva, fino a diventare talmente diversi da essere specie distinte . La teoria di Darwin spiega anche il fenomeno delle estinzioni : quando avviene un mutamento ambientale , un carattere specifico che fino a quel momento è stato favorevole all' adattamento quindi alla lotta per la sopravvivenza , può perdere improvvisamente la sua efficacia , tanto da portare all' estinzione dell' intera specie .
La situazione attuale della vita sulla Terra è quindi il frutto di un lunghissimo processo d' adattamento , iniziato alcuni miliardi di anni fa , che ha causato l' estinzione di tantissime specie animali e ne ha fatte evolvere altre , in possesso di determinate caratteristiche , avute solamente per azione di una distribuzione casuale di esse .
LE GEOMETRIE NON EUCLIDEE
Intorno al 300 a.C. Euclide , redigendo gli " Elementi " , fornisce le prime basi dello sviluppo di quella che sarà la matematica del mondo occidentale . Euclide presenta 23 definizioni , 5 postulati e alcuni assiomi ; successivamente passa , in base a quanto precedentemente stabilito , a dimostrare delle proposizioni geometriche . Le definizioni intendono esplicitare i concetti della geometria ; i postulati rappresentano verità indubitabili tipiche del sapere geometrico , ; gli assiomi sono , per Euclide , verità che valgono universalmente , non solo in geometria . Definiti i concetti e fissati postulati e assiomi , da essi Euclide deduce quei teoremi che costituiscono il sapere geometrico. Questo sistema , con il quale Euclide ordina le conoscenze geometriche , è appunto chiamato GEOMETRIA EUCLIDEA . Questo modello è rimasto valido per secoli e secoli come mezzo insuperabile di sapere deduttivo: la terminologia è inserita dopo essere stata correttamente definita , i teoremi vengono inseriti dopo essere stati correttamente dimostrati . Certamente nella dimostrazione dei teoremi non si può risalire all' infinito, perciò ad un determinato momento bisogna fermarsi e basare la catena di deduzioni su precise proposizioni prime . Euclide sceglie questi enunciati primitivi in modo che nessuno , riguardo alla loro veridicità , possa avanzare obiezioni ; ed essendo i teoremi dimostrati da queste proposizioni prime , vere di per sé , anch' essi appaiono indiscutibilmente veri . Senonché il concetto di evidenza è lungi dall' essere evidente , e a trasformare la concezione euclidea degli assiomi concorrono in maniera rilevante discussioni nate proprio in seno alla geometria euclidea . Infatti , fin dall' antichità , il V postulato di Euclide non convince . Esso è il famoso postulato delle rette parallele ed è così formulato : " Se una retta , incontrando altre due rette , produce altri due angoli interni giacenti dalla stessa parte , minori di due angoli retti , quelle rette , prolungate all' infinito , si incontrano dalla stessa parte in cui stanno gli angoli minori di due retti "
Il V postulato può essere formulato in diversi modi , ma sostanzialmente afferma che da un punto passa una ed una sola retta parallela ad una retta data ; Euclide tenta di dimostrare il maggiore numero di teoremi senza utilizzare questo postulato , ed arriva a una quantità considerevole di dimostrazioni , tutte poste in un quadro coerente ed organico . Il problema risiede nell' incertezza riguardante la possibilità di considerare il quinto postulato non più una affermazione da accettare spontaneamente , ma un teorema che deriva direttamente dalle semplici proposizioni ritenute da Euclide stesso indimostrabili . Euclide arriva a dire che la proprietà dell' unicità della parallela non può essere dimostrata poiché la sua veridicità non dipende assolutamente da quella di assiomi e postulati e per questo deve essere considerata come un postulato . I primi teoremi che derivano direttamente dall' accettazione di questa proprietà affermano che due rette di un piano , una delle quali sia perpendicolare ed una obliqua rispetto ad una retta data , necessariamente si incontrano , e che la somma degli angoli interni di un triangolo è uguale ad un angolo piatto .
La geometria euclidea è stata per molti secoli l' unica possibile , poiché fornisce una spiegazione dei rapporti tra gli enti in perfetto accordo con l' evidenza delle leggi della natura . Uno degli studiosi che apre una prospettiva nuova allo studio della geometria è Giovanni Saccheri , professore di matematica all' università di Pavia e audace studioso di logica del XVIII . Egli fornisce un nuovo approccio al problema, introducendo un nuovo ragionamento : esso consiste nell' affermare che date una linea L e un punto P , allora può accadere che non vi siano parallele passanti per quel punto , oppure che ce ne siano almeno due . Se il V postulato di Euclide viene sostituito da uno di questi due casi , allora la sua validità è affermata solo nel caso in cui si arrivi a formulare proposizioni in aperto contrasto con gli altri fondamentali postulati. Ipotizzando l' assenza di parallele ad una retta passanti per un determinato punto, Saccheri deduce teoremi che si contraddicono l' un l' altro ; egli però non riesce a dedurre contraddizioni dall' uso dei postulati euclidei e dall' assioma alternativo postulante l' esistenza di almeno due rette parallele . In realtà Saccheri è così impreparato agli strani teoremi che ha dedotto dallo studio del suo insieme di postulati, che stabilisce che il quinto postulato di Euclide deve essere necessariamente vero . Conformemente a queste opinioni , nel 1733 pubblica i suoi risultati in un libro "Euclides ab omni naevo vindicatus" ( Euclide preservato da ogni macchia ) , in cui dimostra di non avere saputo ricavare un ragno dal buco . Nonostante i suoi insuccessi Saccheri apre una nuova strada alla geometria , che d' ora in poi applicherà una rinnovata energia nella formulazione di nuove scoperte nel campo della matematica .
Il matematico Gauss ( 1777 - 1855 ) è tra i primi a intravedere una corretta interpretazione degli sforzi di Saccheri . Egli fin da giovane è attratto dal postulato delle parallele ; dapprima si impegna nel tentativo di sostituirlo con un assioma più semplice , senza però riuscirvi . Segue poi la linea di pensiero di Saccheri , adottando un postulato delle parallele che contraddice quello euclideo , e deducendone nuove conseguenze , se associato agli altri postulati . Come Saccheri , egli formula strani teoremi , ma al contrario del professore pavese non si lascia scoraggiare, introducendo una conclusione radicalmente nuova , che mai prima di lui era stata considerata : possono esistere altre geometrie , altrettanto valide di quella euclidea. Ciò mette in crisi il sistema di idee e il quadro filosofico dell' epoca , secondo i quali lo spazio euclideo non è soltanto la descrizione del mondo delle idee o del mondo ricavato dall' esperienza , ma addirittura , nella concezione della più grande autorità filosofica del '700 , Immanuel Kant , qualcosa di connaturato con la ragione umana . Contemporaneamente a Gauss , che è il primo ad ipotizzare la validità dell' esistenza di una geometria non euclidea , un altro uomo giunge alla stessa conclusione , trovando però il coraggio di dare un esempio di geometria non euclidea: il matematico russo Nicolaj Ivanovic Lobacevskij ( 1793 - 1856 ) .
Egli , partendo dall' idea che lo spazio fisico possa avere proprietà diverse da quelle pensate da Euclide , effettua una ricostruzione della geometria sulla base di numerosi principi , assumendo come " enti primitivi " non più gli enti ideali ( punto e retta ) , ma oggetti geometrici ( quali i corpi solidi ) più vicini all' esperienza sensibile . A partire da tali diverse premesse , Lobacevskij nega il principio che la parallela per un punto ad una retta sia unica . Se infatti si imposta il discorso da un punto di vista rigoroso e non ci si lascia guidare dalle consuetudini , che legittimano scelte in fondo arbitrarie , si può osservare che la parallela ad una retta , nel senso di Euclide , si ottiene in due modi diversi : data una retta per un punto P che intersechi r in un punto Q , si può allontanare il punto dei intersezione verso l' infinito da una parte ( verso destra ) o dall' altra ( verso sinistra ) . Seguendo il ragionamento di Lobacevskij , che cosa impedisce di pensare che tra la posizione della parallela "destra" td e quella della parallela "sinistra" ts non vi siano altre rette che intersecano r ? Date le piccole distanze che siamo in grado di misurare ( piccole in confronto alle distanze cosmiche ) , non siamo infatti di apprezzare le differenze di ampiezza tra i diversi angoli che tali eventuali rette formerebbero con la retta t . Pertanto nessuna nostra misurazione potrebbe confermare o confutare tale diversa ipotesi . Lobacevskij non si limita a discutere astrattamente la possibilità di costruire una geometria in cui una retta abbia più di una parallela per un punto esterno ad essa , ma realmente deduce una serie di teoremi da tali nuovi assiomi e costruisce una vera e propria teoria geometrica , alternativa a quella di Euclide , logicamente coerente e priva di contraddizioni interne . Questa geometria dimostra che la somma degli angoli interni di un triangolo è minore di un angolo piatto : essa è uguale a - k , dove k , detto difetto , è un numero non negativo che dipende dalle dimensioni dei lati del triangolo . Quanto più un triangolo è grande, tanto maggiore è la differenza da un normale triangolo euclideo , in cui la somma degli angoli interni è uguale a un angolo piatto . Inoltre , due figure non possono più essere simili , ma non congruenti : due triangoli simili devono essere anche congruenti. Per Lobacevskij , la sua geometria non contraddice la geometria euclidea , ma ne costituisce una generalizzazione : infatti rispetto alle grandezze piuttosto piccole che in genere misuriamo , il difetto k è talmente piccolo da diventare trascurabile , e diventa così corretta , per la classe di problemi che usualmente trattiamo , l' ipotesi euclidea .
Nel 1854 Bernhard Riemann ( 1826 - 1866 ) discute all' università di Gottingen la sua tesi per la libera docenza " Sulle ipotesi che stanno alla base delle geometria " , in cui, insieme ad una generalizzazione molto spinta dei contenuti della geometria , dà lo spunto per un modello piuttosto semplice di geometria nel quale non vale il postulato delle parallele , in un senso ancora più forte di quello per cui non vale nella geometria di Lobacevskij . Il postulato di Euclide stabilisce l' esistenza e l' unicità della parallela ad una retta per un punto esterno . Nel sistema di Lobacevskij cade l' unicità : per un punto esterno ad una retta data passano più rette parallele . Riemann considera invece un sistema in cui cade anche l' esistenza : ogni retta condotta da un punto esterno interseca la retta data in un punto . Questa nuova negazione del quinto postulato di Euclide porta a una nuova geometria : in essa la somma degli angoli interni di un triangolo è maggiore di un angolo piatto , due punti determinano più di una retta , tutte le perpendicolari ad una retta si incontrano in un punto , due rette delimitano sempre un' area , e come nella geometria di Lobacevskij , due figure simili devono essere congruenti .
Una sistemazione definitiva dell' argomento viene fornita da Felix Klein ( 1849 - 1925 ), che propone un altro modello per la geometria di Lobacevskij classifica le geometrie in tre classi fondamentali :
- Geometria euclidea : è la geometria delle superfici a curvatura nulla , vale il postulato dell' esistenza e dell' unicità della parallela ed in essa la somma degli angoli interni di un triangolo è uguale a un angolo piatto ;
- Geometria ellittica ( o sferica ) : è la geometria delle superfici a curvatura positiva
(Riemann) , non esistono rette parallele ed in essa la somma degli angoli interni di un triangolo è maggiore di un angolo piatto ;
- Geometria iperbolica : è la geometria delle superfici a curvatura negativa, (Lobacevskij) , per un punto esterno passano infinite rette parallele ed in essa la somma degli angoli interni di un triangolo è minore di un angolo piatto .
Si apre così la possibilità di costruire diversi sistemi assiomatici per descrivere lo spazio, tutti logicamente coerenti , e non essendoci più una unica geometria , la fondatezza di una geometria non va più cercata nella sua capacità di descrivere la realtà fisica , quanto piuttosto nella sua coerenza logica interna ( per esempio nella non contraddittorietà dei suoi assiomi interni e nella loro indipendenza ) .
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