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DALLA SCUOLA SPECIALE ALLA FORMAZIONE EMPIRICA

pedagogia



DALLA SCUOLA SPECIALE ALLA FORMAZIONE EMPIRICA


In questo capitolo desidero fornire una panoramica delle varie istituzioni che un allievo di scuola speciale con buone capacità può frequentare prima di essere inserito nel mondo del lavoro.

Si parte dalla scolarizzazione obbligatoria (scuola speciale) fino a giungere al tirocinio pratico. Non si escludono però altre possibilità, come ad esempio la frequenza di un tirocinio federale dopo la scuola speciale, ma si tratta di casi piuttosto rari.



1 La scuola speciale nel cantone Ticino


Nel corso dei primi decenni del diciannovesimo secolo (1820 - 1850), la povertà economica del cantone Ticino non ha impedito le prime riflessioni a proposito dei "mentecatti"[1] adulti e minorenni. Verso la fine del secolo assistiamo ai primi tentativi di presa a carico.



Un'inchiesta del 1852 condotta dalla "Società elvetica di scienze naturali" per valutare in particolare la frequenza del cretinismo e del gozzo endemico in certe regioni della Svizzera, rilevò la presenza in Ticino di 283 "mentecatti" (di cui 156 "dementi") e di 114 sordomuti. Quasi nessuno di loro beneficiava di una presa a carico specializzata[2].

Nonostante questa conferma "federale" dei bisogni (bisogni che erano già stati rilevati da fondazioni private 20 anni prima), la realizzazione delle prime istituzioni specializzate pubbliche come l'ospedale psichiatrico cantonale dovrà attendere ancora 40 anni.

Non si trova nessun'indicazione riguardo all'educazione e alla scolarizzazione dei minori in situazione di andicap né nella "Legge scolastica sul riordinamento degli studi" del 14 maggio 1879, né nella "Legge scolastica generale del cantone Ticino" del 4 maggio 188

Solo alcuni bambini sordomuti beneficiavano di sovvenzioni da parte dello stato e ricevevano un'educazione presso istituzioni specializzate soprattutto nel nord dell'Italia.

Costoro sono in ogni caso stati i primi ad essere scolarizzati e presi a carico correttamente in Ticino, grazie all'apertura nel 1886 dell'istituto Sant'Eugenio a Locarno gestito dalle religiose d'Ingenbohl.

Nel corso dell'anno scolastico 1900/1901, si apre a Lugano la prima classe speciale frequentata da 36 ragazzi con diversi problemi e difficoltà. Per occupare i 43 posti disponibili, sono ammesse anche 7 bambine. All'epoca, la maggioranza delle classi era composta da più di 30 allievi, spesso organizzati in sottogruppi omogenei dove i più grandi (o i più avanzati) insegnavano ai più piccoli.

Durante tutta la prima metà del ventesimo secolo l'apertura di classi speciali è stata sporadica, in seguito all'iniziativa di comuni o di fondazioni private generalmente religiose.

Le prime fondazioni aperte che ancora ai nostri giorni si occupano di minori colpiti da deficit sono state l'istituto Sant'Eugenio a Locarno nel 1886, la fondazione OTAF a Sorengo attiva dal 1922 (all'inizio si occupava di bambini esili e gracili, spesso orfani) e l'istituto San Pietro Canisio, aperto a Riva San Vitale nel 1926, conosciuto allora e ancora oggi per ospitare adolescenti difficili.

Spesso a chi non si comportava bene si diceva: "Te mandi in di barabitt" (Ti mando al riformatorio), riferendosi al Canisio di Riva San Vitale.

È all'inizio degli anni settanta che la scuola obbligatoria ticinese è stata ripensata e riorientata con slancio ed energia. L'ambizione era offrire ad ogni allievo ticinese, senza alcuna distinzione, la possibilità di seguire degli studi (nel 1975 s'introduce il concetto d'educazione speciale con la modifica della "Legge della scuola" del 1958).

È grazie a questa legge che i singoli istituti citati in precedenza si modificano, indirizzandosi prevalentemente nella presa a carico non più di bambini ma d'adulti.

I cambiamenti strutturali che hanno caratterizzato il nuovo orientamento, hanno influenzato la politica e il modello di presa a carico degli allievi che presentano difficoltà d'apprendimento, d'adattamento scolastico (1985: nuova legge che introduce il sostegno pedagogico nell'insegnamento regolare) e di quelli in situazione di andicap.

Il sostegno pedagogico è presente nelle scuole dell'infanzia, nelle scuole elementari (scuole comunali) e medie: segue dunque gli scolari delle scuole pubbliche ed è organizzato in équipes regionali. Queste ultime si occupano degli allievi che presentano gravi difficoltà d'apprendimento o difficoltà d'adattamento scolastico e/o turbe della personalità, alfine di permettere loro di frequentare la scuola regolare. Le équipes del sostegno pedagogico sono differentemente strutturate a dipendenza del livello scolastico.

Per gli allievi che presentano grosse difficoltà scolastiche e che non seguono più completamente l'insegnamento previsto nelle principali materie, esiste il "Corso pratico". Quest'ultimo, tuttavia, è stato soppresso con l'introduzione della "Riforma 3 della scuola media" dall'anno scolastico 2004/05, a favore di una presa a carico degli allievi più differenziata, in particolare per gli ultimi due anni scolastici.

Le classi speciali cantonali sono riservate agli allievi che non possono approfittare di un insegnamento normale, esse sono inserite nelle strutture scolastiche comunali e cantonali per facilitare le forme differenti di collaborazione con le classi normali, affinché si possano avere delle opportunità reali di confronto e integrazione.

Queste classi accolgono giovani dai 3 ai 18 anni che presentano delle problematiche molto variate sia per eziologia, sia per il peso delle conseguenze dei deficit sul loro sviluppo.

La frequentazione d'istituzioni specializzate con internato è possibile quando l'importanza della presa a carico e/o situazioni famigliari particolari richiedono un soggiorno fuori della propria dimora.

Ogni misura d'insegnamento speciale è il risultato di una negoziazione fra tutte le parti coinvolte (personale medico e terapeutico, istituzione scolastica e genitori) e per essere adottata deve ottenere l'accordo di massima dei parenti.

Alla fine della loro scolarizzazione, alcuni di questi giovani adulti hanno generalmente ancora bisogno di essere accompagnati nelle proprie attività e nella vita quotidiana. Sono dunque integrati nelle strutture protette riservate agli adulti.

Durante l'ultimo anno di scuola, gli allievi più dotati sono preparati e integrati nel mondo del lavoro, a condizione che siano in grado di seguire una scolarità minima di base e presentino uno sviluppo psicologico e affettivo che permetta loro un'autonomia relazionale e un'attitudine al lavoro sufficienti. Dopo una serie di stages e formazioni specifiche ottengono un contratto per cominciare una formazione empirica.

La crisi economica da una parte e la crescente fragilità psicologica di questi allievi dall'altra, rendono sempre più difficile la loro integrazione nel mondo del lavoro e diminuiscono i loro successi. Ne derivano nuove situazioni di sofferenza e d'esclusione sociale che non si possono affrontare convenientemente senza strumenti efficaci.

All'inizio dell'anno scolastico 2003-2004 (settembre 2003), gli allievi[3] frequentavano 58 classi in cui l'attività giornaliera era assicurata da 109 insegnanti (80 a tempo pieno) sotto la direzione di due ispettori regionali, uno per il Sopraceneri e uno per il Sottoceneri.



Esistono anche istituzioni private che eseguono provvedimenti d'educazione speciale, esse devono in ogni modo essere conformi alle prescrizioni e ai programmi previsti dallo stato. Una stretta collaborazione con queste istituzioni private, permette al Dipartimento educazione cultura e sport (DECS) di rispondere a dei bisogni particolari senza prendere direttamente a carico i minori. Si tratta in particolare d'allievi per i quali un allontanamento dal nucleo famigliare si rivela necessario e di situazioni gravi che richiedono un'organizzazione con un elevato grado di protezione.

I costi di funzionamento e delle attività sono interamente coperti dalle assicurazioni sociali (assicurazione invalidità) e dagli enti pubblici (cantone e comuni).

Il modello dell'insegnamento specializzato ticinese, che ha preso forma per tappe successive parallelamente alla riorganizzazione dei diversi ambiti scolastici, è il risultato di lunghe discussioni. È all'inizio degli anni settanta che certe scelte e certi approcci di presa a carico socio-medica sono stati vivamente discussi da specialisti di gran fama (Ivan Illich, Franco Basaglia, David Cooper, per citarne solo alcuni), un nuovo sguardo stava per essere dedicato alla malattia e alla devianza.

Rimessa in gioco da questi nuovi approcci, l'opinione dei genitori, rappresentati in Ticino dall'Associazione ticinese di genitori ed amici di bambini bisognosi d'educazione speciale (ATGABBES), ha giocato un ruolo importante. A questo proposito va evidenziato come la nascita dell'ATGABBES abbia avuto un ruolo centrale come espressione della società civile. Ha contribuito ad orientare le preoccupazioni verso l'analisi delle realtà e dei bisogni dei bambini cui bisognava fornire una risposta, evitando che le riflessioni si perdessero nelle specificità dei deficit e degli andicap.

Era imperativo garantire un ventaglio di soluzioni diverse, unicamente realizzabili con un modello aperto e tenendo conto delle specificità individuali. La coesistenza delle classi speciali nelle scuole pubbliche normali e di quelle situate nelle istituzioni private (più protette) con possibilità d'internato e d'integrazioni individuali, si sono rapidamente rivelate una condizione irrinunciabile.

Dalla sua nascita nel 1975, questo modello ha permesso di raggiungere molti degli obiettivi che si era prefissato e di mantenerli fino ai nostri giorni[4].



1.1 Il ciclo di orientamento professionale (COP) delle scuole speciali del cantone Ticino


Il COP è un anno "ponte" tra la fine della scuola e l'inserimento nel mondo del lavoro, generalmente accoglie i giovani provenienti dalle scuole speciali prosciolti dall'obbligo scolastico, autonomi e con buone competenze sociali.

Per i giovani che frequentano il COP, in generale è previsto un inserimento in una ditta privata quali apprendisti in Formazione Empirica. Gli allievi che non riescono ad inserirsi nel mondo del lavoro nei tempi previsti dal COP, sono indirizzati verso strutture lavorative protette.

Gli obiettivi principali sono due:

  • Offrire al/la ragazzo/a un adeguato orientamento professionale per portarlo/a alla scelta di un impiego appropriato alle sue capacità e rispettoso delle sue esigenze.
  • Raggiungere un'integrazione professionale e sociale dell'allievo con la firma di un contratto di formazione empirica.

Le giornate passate in classe sono dedicate ad attività di mantenimento e approfondimento delle competenze scolastiche. Trovano inoltre spazio informazioni legate al mondo del lavoro e della formazione. Nei primi due mesi dell'anno scolastico si svolgono attività collettive di lavoro pratico, mentre alcune visite ad aziende completano l'informazione professionale.

Dal mese di novembre alla fine dell'anno scolastico, gli allievi svolgono una serie di stages individuali di una durata media di tre settimane. I primi stages hanno uno scopo prevalentemente orientativo, la conseguente scelta di un settore o di una singola professione è approfondita tramite gli stages successivi.

L'organizzazione del COP, caratterizzata dalla prolungata presenza del/la ragazzo/a in un posto di lavoro, permette agli allievi di acquisire e applicare le conoscenze di base specifiche alla professione scelta, fornendo loro la possibilità di crescere e di rafforzare la propria autostima.



1.2 La preformazione professionale dell'istituto Canisio di Riva San Vitale


La preformazione professionale dell'istituto San Pietro Canisio è presente da oltre venti anni nel panorama delle offerte pedagogiche del cantone Ticino, con l'intento di fornire ai giovani che accoglie, una preparazione di base (scolastica e tecnico-manuale) per poter in seguito scegliere la formazione professionale più adatta alle loro capacità e interessi.

Il percorso formativo della durata media di due anni, s'indirizza ai giovani dai 14 ai 18 anni che provengono sia da classi di scuola speciale, sia dalle scuole medie dell'intero cantone.

Attraverso attività diverse e complementari (mantenimento scolastico, esercitazioni pratiche in laboratorio, stages lavorativi esterni), i giovani hanno l'opportunità di coinvolgersi in un graduale processo di maturazione secondo tempi e modalità individuali. Nel frattempo imparano ad essere progettuali rispetto al proprio futuro professionale.

Gli allievi ripartiti in due gruppi hanno la possibilità di svolgere alternativamente sull'arco della giornata sia le attività scolastiche, sia quelle pratiche in laboratorio. Gli stages sono effettuati secondo un progetto individualizzato nel corso dell'anno scolastico.



Il momento scolastico della preformazione, tenendo conto dell'età dell'allievo e del suo percorso precedente, non ha la prerogativa di recuperare le numerose lacune presenti nel suo bagaglio di conoscenze. In generale, le attività proposte mirano soprattutto al consolidamento e (nel limite del possibile) all'ampliamento delle nozioni più strettamente legate all'ambito lavorativo.

Al termine della preformazione ai giovani si presentano diverse opportunità, a dipendenza del livello di preparazione raggiunto:

  • iniziare subito a lavorare senza ulteriore formazione, svolgendo mansioni di tipo ausiliario nel ramo scelto, oppure all'interno di una struttura protetta;
  • accedere ad un tirocinio empirico;
  • intraprendere, in casi particolari, un tirocinio completo nella professione desiderata, conseguendo così l'attestato di capacità federale.

Una volta dimessi dalla preformazione i ragazzi non usufruiscono più di nessun sostegno da quest'ultima, devono quindi essere in grado di gestire futuri ed eventuali problemi con le proprie forze o con il sostegno della famiglia (se c'è ed è presente in modo costruttivo).



1.3 La classe di economia familiare dell'istituto Sant'Angelo di Loverciano


La classe di economia familiare dell'istituto Sant'Angelo è presente nella sua forma attuale dall'anno scolastico 2000/2001 ed ha una durata di due anni. Può essere vista come un pretirocinio ed è indirizzata a un massimo di sei ragazze dai 16 ai 18 anni provenienti perlopiù da classi di scuola speciale. Prima dell'ammissione le candidate sottostanno ad uno stage di due settimane per verificarne le competenze e l'idoneità.

L'obiettivo principale dell'economia familiare è completare la formazione di base (acquisita a scuola) integrandola con attività pratiche, in modo da rendere le ragazze il più possibile autonome nella vita di ogni giorno. Al termine dei due anni le ragazze sono indirizzate, a dipendenza delle loro capacità, verso un laboratorio protetto o una formazione empirica (possibile anche presso la lavanderia o la cucina dell'istituto).

In casi eccezionali in cui le ragazze dimostrano una certa assuefazione ai compiti prettamente scolastici, oppure nel caso in cui l'orientamento futuro non sia ancora ben definito, è possibile accettare delle ragazze dai 15 anni o prolungare la loro permanenza in questa sezione fino ai 19 anni.

Il corso è diviso in due: una parte dedicata alle attività scolastiche e una all'economia familiare (teoria e pratica); inoltre, per entrambe queste attività anche il gruppo delle ragazze è diviso: quando un gruppo di ragazze è a scuola, l'altro svolge economia familiare e viceversa.

Di particolare importanza per le ragazze è il gruppo educativo, uno dei suoi scopi principali è quello di favorire la messa in pratica di quanto imparato durante le lezioni scolastiche, di far sviluppare il più possibile le capacità pratiche e permettere l'acquisizione di un metodo di lavoro.

Le ragazze assumono così una sempre maggior autonomia e competenza per quel che concerne l'attività domestica.

Un' altra funzione importante del gruppo educativo è quella sociale. Nel tempo libero le ragazze hanno la possibilità di instaurare delle amicizie durevoli, imparare a convivere con le compagne, farsi ascoltare e contemporaneamente scoprire i propri interessi e le proprie particolarità.



2 La formazione empirica (FE)


In Svizzera, fino al 1980 non esistevano misure particolari in grado di accompagnare e sostenere il giovane con difficoltà d'apprendimento nel suo cammino scolastico e professionale postobbligatorio.

Solo alcuni cantoni, tra cui il Ticino, avevano istituito un percorso formativo destinato a queste persone: il tirocinio pratico (TP). Molti giovani, non essendo in possesso delle conoscenze e delle competenze per affrontare e portare a termine un tirocinio federale, erano costretti a concludere la loro formazione dopo la scuola dell'obbligo.

L'introduzione della nuova Legge sulla Formazione Professionale (LFP - 1980), ha posto le basi legali per l'organizzazione di una formazione destinata ai giovani che a causa di difficoltà personali non sono in grado di seguire un apprendistato.

Questa esigenza era avvertita da diversi anni, ma non si era mai trovato un consenso generale in quanto da una parte si riteneva che quest'iter formativo potesse costituire una "formazione al ribasso", creando così una classe di lavoratori semi qualificati cui assegnare uno stipendio ridotto, dall'altra era considerata una via concorrenziale al tirocinio federale.

Dal 1980 la formazione empirica è stata progressivamente introdotta in tutti i cantoni svizzeri, permettendo così ai giovani con particolari problemi di apprendimento di acquisire una formazione professionale adeguata alle loro capacità, grazie a programmi personalizzati.

Particolarità della formazione empirica è la durata ridotta a 1 - 2 anni, mentre un tirocinio federale può durare dai 2 ai 4 anni. La formazione professionale è fatta "su misura" per la persona in formazione e comprende solo una parte del programma previsto da un tirocinio normale. Al posto degli esami finali (scolastici e professionali), il successo della FE è stabilito da un incaricato della Divisione della formazione professionale che ha il compito di verificare se quanto stabilito dal programma individualizzato è stato assimilato.

In Ticino questo nuovo tipo di formazione ha impiegato 5 anni prima di diventare operativo, i primi contratti di FE sono stati infatti stipulati a settembre del 1985. La maggior parte dei giovani proviene dal corso pratico della scuola media, dalle scuole speciali, dai laboratori protetti e da una scolarizzazione incompleta[5].



3 Il tirocinio pratico (TP)




Per i giovani che al termine della formazione empirica hanno acquisito buone competenze manuali, vi è la possibilità di completare la formazione con un tirocinio pratico.

Tale possibilità è valutata nel corso dell'ultimo semestre della formazione empirica con il coinvolgimento del giovane, della famiglia, dei docenti delle scuole professionali, dell'ispettore di tirocinio e del responsabile della formazione. Il complemento di formazione è svolto, di regola, nella stessa azienda di tirocinio. Se manca la disponibilità del datore di lavoro, la Divisione collabora alla ricerca di una nuova sistemazione.

In casi eccezionali possono essere assunti a tirocinio pratico giovani che non riescono a concludere il tirocinio federale. La durata complessiva dei due periodi di formazione (formazione empirica e tirocinio pratico) deve essere almeno uguale a quella dell'apprendistato nella professione affine.

Al termine del tirocinio pratico l'apprendista deve sostenere un esame che comprende le conoscenze professionali e la preparazione pratica.

L'esame di conoscenze professionali è svolto presso la scuola professionale e l'esame pratico, di regola, nei locali dei corsi d'introduzione, nei laboratori delle scuole o in casi particolari presso l'azienda di tirocinio. Per l'esame pratico l'apprendista deve solitamente eseguire le prove previste dal regolamento federale di tirocinio. Al candidato che supera l'esame è rilasciato l'attestato cantonale di tirocinio pratico firmato dal direttore della Divisione[6].



4 Considerazioni personali


Come si può notare, esistono diverse possibilità di raggiungere il mondo del lavoro per un giovane proveniente dalla scuola speciale dotato di buone capacità.

Da una parte, le scuole speciali cantonali offrono il ciclo d'orientamento professionale (COP) agli alunni più dotati alla fine della scolarità obbligatoria. Dall'altra, i provvedimenti di alcune istituzioni sociali private che con i loro settori specifici e il maggior grado di protezione (possibilità d'internato) offrono il medesimo servizio, rivolto però agli alunni con particolari problemi o situazioni famigliari.

Istituti come il Canisio di Riva San Vitale o il S. Angelo di Loverciano svolgono dunque un eccellente servizio per i giovani e gli adulti con particolari difficoltà di tutto il cantone Ticino. Generalmente, un fattore problematico è che tali istituti offrono scarse possibilità di confronto e integrazione con la realtà che li circonda e con la normalità, essendo piuttosto "chiusi" su se stessi. Questo è forse l'unico svantaggio considerevole che riscontro rispetto alle scuole speciali cantonali integrate in quelle elementari e medie.

Quello che mi fa riflettere maggiormente però, è il cambiamento del mondo del lavoro: sempre più esigente, tecnologico (l'informatizzazione sostituisce l'uomo) e alla ricerca di lavoratori flessibili che devono adeguarsi ai ritmi e ai cambiamenti rapidi.

È anche interessante notare come cambiano le patologie legate al lavoro, oggi maggiormente centrate sulla mente (per es. stress) rispetto al corpo. Se teniamo presente la fragilità psicologica cui gran parte degli utenti di scuola speciale sono confrontati, questo non sembra essere un fattore favorevole per il loro futuro lavorativo.

Gli aumenti dei casi AI in questi ultimi anni, dovuti alla "precarietà" del lavoro, allo stress, alla flessibilizzazione, . ha visto crearsi una nuova patologia: "l'andicap sociale". Questa nuova forma di emarginazione mette in crisi il diritto di cittadinanza ed è un aspetto che deve farci riflettere, soprattutto come cittadini e poi anche come operatori.




[1] Mentecatto: che è malato di mente, tocco nella mente, scimunito. Con questo termine erano designate quelle persone che per povertà, malattia, abbandono, deficit fisici o/e psichici; si trovavano escluse, discriminate, nascoste o ai bordi dei gruppi sociali.

[2] Talarico R., Il Cantone Malato: Igiene e sanità pubblica nel Ticino dell'Ottocento, fondazione Pellegrini-Canevascini, Lugano, 1988.

[3] 414 frequentavano le classi speciali cantonali e 183 (di cui 51 interni) le classi speciali di sei istituti privati.

[4] Fonte: Berger C., L'enseignement specialisé en Suisse romande et au Tessin, SZH/CSPS edition, 2004 (mia traduzione).

[5] Fonte: Dipartimento dell'istruzione e della cultura, Divisione della scuola, Ufficio studi e ricerche, Bellinzona, 1995.

[6] Fonte: Regolamento sulla formazione empirica e sul tirocinio pratico del 4 settembre 2001.






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