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EPICA - La Questione Omerica

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EPICA


In letteratura il termine epica identifica una composizione in versi ampia e articolata che narra le gesta di uomini eccezionali definiti eroi. Il termine deriva dal greco épos che significa 'parola' e anche 'verso'. Infatti è parola perché narrazione, ma anche verso perché le storie sono strutturate secondo uno schema metrico- ritmico che è quello dell'esametro.

Il canto epico era prodotto da poeti-cant 454e42e ori specialisti, gli aedi; essi cantavano, accompagnandosi con la cetra, storie che la tradizione aveva loro consegnato. I protagonisti dei racconti erano guerrieri dotati di forza straordinaria e di coraggio eccezionale che regolavano il loro comportamento sulla base dell'onore. Il termine eroe è mutuato dall'épos greco, nel quale héros significa 'guerriero', 'nobile'. Accanto agli eroi nei poemi epici hanno un ruolo a volte notevole gli dei, che interagiscono con i mortali nel determinare le vicende della storia.

Il poema epico è ambientato in un'epoca remota e spesso prende l'avvio da un fatto storico che viene però enfatizzato.

Sono molti i popoli della terra che hanno creato canti che celebrano le gesta dei loro eroi: i popoli mesopotamici, quelli dell'India e i Greci (Illiade e Odissea). Secoli più tardi, in epoca feudale, la cultura occidentale si è arricchita di un'epica sassone, carolingia (Chanson de Roland), spagnola (Cantar de mio Cid), germanica (Nibelunghi) e finnica; fino all'epoca popolare serbo-croata.

L'epica delle origini è un prodotto collettivo della cultura orale: è stata inizialmente poesia elaborata e tramandata oralmente, destinata all'esecuzione solo in pubblico; solo in un secondo momento è stata affidata alla forma scritta. Più tardi altri poemi sono nati in forma scritta, sono stati composti da un autore determinato e destinati alla lettura: è quella che viene detta 'epica d'arte'.

Illiade, Odissea, Eneide costituiscono i capolavori dell'epica classica, cioè quella appartenente al mondo greco-latino.  


La Questione Omerica




Fin dall'antichità si pensò che Illiade e Odissea fossero state scritte da Omero. Riguardo al presunto poeta circolavano molte leggende e bibliografie, tutte diverse tra loro. Le più diffuse raccontavano che Omero fosse un poeta cieco e che fosse stato un prigioniero di guerra. Anche sul luogo e il periodo della sua vita ci sono testimonianze molto vaghe, e tuttora non ci sono prove certe sulla sua esistenza. L'archeologo Schliemann organizzò una spedizione per ripercorrere le tappe narrate in Illiade e Odissea. Durante le ricerche fu scoperta che una collina (Hissarlik) era stata formata da strati di città distrutte e poi ricostruite, l'una sull'altra. In una di queste città sono stati trovati resti d'oggetti paragonabili a quelli descritti nei poemi epici. Così fu possibile dimostrare che Troia è effettivamente esistita, nel punto descritto da Omero e che fu assediata e poi distrutta da un incendio.

L'ipotesi della nascita dei poemi epici sostiene che sono nati sotto forma orale, grazie agli aedi (o rapsodo), iniziando con 'L'ira d'Achille', e proseguendo poi, con continue "aggiunte", fino ad arrivare al risultato finale: l'Illiade. L'Odissea, invece, fu creata dall'unione de 'I viaggi di Ulisse '. Così, ci sono voluti secoli, prima che i due poemi siano stati completati. Verso il VI secolo a.C. hanno iniziato a far passare sotto forma scritta i due poemi. Perciò si pensa che Omero sia stato o solo colui che ha scritto i racconti, o soltanto un'invenzione leggendaria per trovare una risposta alla domanda: Chi ha scritto Illiade e Odissea?






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