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ARTROSI
PRESENTAZIONE
Definendo la patologia artrosica si vuole intendere un'affezione degenerativa
cronica a carico delle strutture ossee e delle componenti articolari
(cartilagine,sinovia, capsula). Si può definire inoltre l'artrosi, osteoartrite
poichè frequentemente sono presenti fenomeni flogistici a livello delle
articolazioni.
La caratteristica principale dell'artrosi o osteoartrosi è la perdita della
cartilagine ialina associata a reazione subcondrale che porta ad una
fibrillazione della cartilagine, con proliferazione condrocitaria e formazioni
di agglomerati cellulari. Il tutto, in aumentato afflusso sanguigno nell'osso
subcondrale con incremento secondario della pressione ossea e relativa
sclerosi, che conduce a formazioni cistiche ed osteofitosiche marginali.
CLASSIFICAZIONI
Secondo la classificazione dalla Società Italiana di Reumatologia riconosciamo due forme principali di artrosi, artrosi primaria o idiopatica; artrosi secondaria a fattori locali e generali ed a eventi traumatici.
ARTROSI
PRIMARIA
Nelle forme di artrosi primaria (ora in disuso), generalizzata o localizzata
consideriamo:
Noduli di Heberden (tumefazioni di consistenza cartilaginea ed ossea delle
interfalangee distali delle dita delle mani)
Noduli di Bouchard (simili ai precedenti noduli di H. ma che interessano le
articolazioni interfalangee prossimali)
Rizoartrosi di Forestier (artrosi primo raggio dell'articolazione
trapezio-metacarpale)
Gonartrosi
Coxartrosi
ARTROSI
SECONDARIA
Nell'artrosi secondaria a fattori locali e generali consideriamo:
Artrosi senile
Artrosi sec. a malformazioni scheletriche
rtrosi sec. a osteocondritri e osteodistrofie
Artrosi sec. ad artriti
Nell'artrosi
secondaria ad eventi traumatici consideriamo:
Emartrosi post-traumatica
Idroartrosi post-traumatica
Artrosinovite post-traumatica
Artrosi professionali
EZIOPATOGENESI ED ALTERAZIONI ANATOMO-PATOLOGICHE
L'eziologia
dell'artrosi primaria è oggi pressochè sconosciuta . Nelle forme di artrosi
secondaria, evidenziamo diverse cause meccaniche e di altra natura:
Età (aumenta con l'età dopo i 50 anni)
Sesso (sotto i 50 anni maschi; femmine sopra i 50 anni
Metabolismo (artrosi associata ad obesità, ipertensione, diabete)
Genetica (ereditarietà autosomica dominante nell'artrosi generalizzata)
Secondo
ad alcuni dati epidemiologici e statistici enunciati da Ciocci, la patologia
artrosica annoverata all'interno delle malattie reumatiche, assume un ruolo
predominante. Tenendo conto infatti della prevalenza dell'artrosi nelle
svariate forme reumatiche, l'artrosi stessa ricopre il 9,4 % di tutte le
patologie ed è la causa più frequente di invalidità transitoria o permanente
nella popolazione italiana.
Alla base del meccanismo patogenetico si ha un'alterazione biochimica
degenerativa della composizione della sostanza fondamentale (ex. proteoglicani)
della cartilagine articolare. Alcune ricerche biochimiche sulla cartilagine
dimostrano infatti una precoce diminuzione di proteoglicani, una loro
insufficiente polimerizzazione ed una scarsa resistenza ai processi catabolici.
Inoltre spesso si può avere una diminuzione di cheratan-solfato, come avviene
nella cartilagine fetale. Tali considerazioni portano a definire la patogenesi
dell'artrosi come un difetto di biosintesi dei proteoglicani da parte del
condrocita (elemento vivente della cartilagine preposto alla sintesi ed al
catabolismo della sostanza fondamentale).
I condrociti infatti sintetizzano sia fibrille colllagene "rete di
sostegno della cartilagine artricolare", sia proteoglicani che riempiendo
la rete di collageno donano corpo ed elasticità alla cartilagine stessa.
Nel processo artrosico si notano uno stato di sofferenza del condrocita con
aumento dei filamenti perinucleari che occupano il citoplasma, un accumulo
citoplasmatico di glicogeno e lipidi ed una diminuzione di mitocondri, di
reticolo endoplasmico liscio e rugoso.
Un'altra delle possibili alterazioni biochimiche precoci della cartilagine
articolari è la aumento dell'idratazione della stessa (idroartrosi). Tale
aumento è dovuto alla frammentazione ed alla perdita di resistenza della rete
di collageno; il quale non può più contrastare l'espansione dei proteoglicani
che assorbono quindi una maggiore quantità di acqua.
Negli stadi più avanzati di artrosi si riscontra:
Aumento del collageno di tipo 1°
Aumento della condrolisi per azione di proteasi, catepsine e collagenasi
(aumentate a dismisura nel processo artrosico)
Sequestro cartilagineo di enzimi e mediatori rilasciati da cellule
granulocitarie, macrofagiche e linfocitatria (linfociti T attivi) , che espletano
un' azione distruttiva nei confronti dei tessuti articolari (a cui fa' seguito
una proliferazione condrocitaria amitotica ossea di tipo riparativo).
Le
alterazioni anatomo-patologiche più frequenti sono:
Alterazioni cartilaginee (colorito giallastro delle articolazioni;
assotigliamento e fissurazioni; ulcerazioni, che possono mettere a nudo l'osso
subcondrale)
Osteofiti marginali (cercini ossei a becco)
Osteosclerosi subcondrale (addensamento di tessuto osseo nelle zone di maggiore
carico alternato a quadri di rarefazioni ossee "cavità pseudocistiche o
geodi")
Alterazioni della membrana sinoviale e della capsula artricolare.
Tutte queste alterazioni si sviluppano progressivamente, infatti, nelle fasi iniziali della malattia si parla di piccole erosioni cartilaginee e modesta osteofitosi, mentre nelle fasi avanzate della patologia stessa si ha osteosclerosi, formazioni di cavità geodiche e marcata osteofitosi marginale.
CLINICA
Il
quadro sintomatologico della patologia artrosica è dominato da un dolore di
tipo gravativo che insorge generalmente all'inizio del movimento, raggiunge un
acme al carico massimo dell'articolazione, cessa con il riposo ed il calore o
la sottrazione al carico. Esso è costante ed ingravescente anche se con il
movimento cede.
La malattia è alternata da periodi di remissione e periodi di riacutizzazione
della sintomatologia.
Il dolore è spesso associato ad una importante contrattura muscolare, che
determina alterazioni della postura facendo assumere una notevole limitazione
dei movimenti con crepitii articolari come segni tardivi della patologia. A
questo punto si può capire come i pazienti, frequentemente lamentano rigidità
articolare. Tale rigidità si manifesta al mattino "al risveglio" e si
risolve dopo qualche movimento di flesso-estensione.
All'obiettività le articolazioni colpite dall'artrosi, durante la palpazione,
possono esacerbare dolore, possono apparire tumefatte e calde localmente,per la
presenza di sinovite reattiva secondaria.
LOCALIZZAZIONI ANATOMICHE
Tra le
principali localizzazioni anatomiche in ordine di frequenza riconosciamo:
Artrosi vertebrale
Artrosi dell'anca o coxartrosi
Artrosi del ginocchio o gonartrosi
1)
Nell'ambito dell' artrosi vertebrale studiamo una forma:
- giovanile (secondaria ad osteocondrosi dell'accrescimento)
- secondaria a discopatie o dismorfismi del rachide
- a carattere prettamente degenerativo
- artrosica che porta all'irrigidimento di gran parte della colonna per
ossificazione dei legamenti vertebrali (spondiloartrite anchilopoietica)
Si può
parlare dopo quanto esposto di discopatia artrosica (quando viene interessato
il disco intervertebrale ed i piatti del corpo articolare) oppure di artrosi
vertebrale posteriore (quando vengono colpite le articolazioni intervertebrali
posteriori).
Difficilmente si riesce ad effettuare una distinzione radicale, tra
invecchiamento e modificazioni degenerative del nucleo intervertebrale. In
ambedue le situazioni il nucleo si disidrata, diminuisce il suo contenuto in
glicoproteine ed aumenta quello di collageno, a discapito dell'elasticità del
nucleo stesso. A questo punto esercitando una grande forza sul disco si può
produrre una sua erniazione attraverso un difetto dell'anello e quindi si può
parlare di protrusione posteriore o laterale, che determina comprimendo la
radice di un nervo spinale, radicolopatia e quindi dolore.
a) Artrosi della colonna cervicale
La sindrome di Barrè-Lièou si manifesta con cefalea occipito-cervicale
irradiata verso le regioni mastoidee e temporo-orbitali associata a sintomi
quali: vertigini; disturbi visivi; cefalea; sudorazione; disfonia; disfagia.
Le sindromi cervicali superiori si accompagnano a cefalea ed a nevralgie
cervicali.
Nelle sindromi cervicali inferiori si ha cervicobrachialgia.
In entrambe le condizioni si associano disturbi di tipo radicolari (dolore
locale, irradiazione radicolare, disturbi della sensibilità).
b)
Artrosi della colonna dorsale
Studiamo una forma giovanile secondaria agli esiti di una osteocondrosi
dell'accrescimento. In questo caso predomineranno le formazioni osteofitosiche.
c)
Artrosi della colonna lombare
Clinicamente il sintomo più frequente è la lombalgia acuta (il cui epifenomeno
è rappresentato dal "colpo della strega") oppure lombaggine con
blocco della colonna lombo-sacrale fino alla totale impotenza funzionale,
oppure lombalgia cronica come l'esito di diversi episodi acuti. Gli sforzi e la
prolungata stazione eretta aggravano le manifestazioni artrosiche con periodi
di remissione alternati a periodi di riacutizzazione della sintomatologia algica.
Si hanno inoltre forme di discopatia con migrazione del disco intervertebrale e
sua estrusione nel canale vertebrale con conseguente compressione radicolare
(sintomatologia di tipo sciatalgico per interessamento delle radici del nervo
sciatico, oppure per sofferenza del nervo ischiatico).
2)
Nell'ambito dell' artrosi dell'anca o coxartrosi
L'anca è una delle articolazioni più frequentemente coinvolte dall'artrosi
(patologia di questa articolazione estremamente invalidante). Infatti l'artrosi
può colpire tutte le articolazioni, ma in modo speciale quelle sottoposte al
carico.
L'artrosi dell'anca si manifesta clinicamente con coxalgia che si accentua con
lo sforzo, e zoppia. L'irradiazione del dolore è all'linguine alla faccia
interna della coscia ed al ginocchio;limitazione dei movimenti di flessione,
estensione, rotazione interna, rotazione esterna, abduzione ed adduzione.
3)
Nell'ambito dell' artrosi del ginocchio o gonartrosi
Possiamo parlare di gonartrosi del compartimento mediale o laterale con deformità
secondarie in varismo o valgismo delle ginocchia. Artrosi femoro-rotulea
secondaria a quadri di sublussazione-lussazione e condromalacia della rotula.
ALTERAZIONI
RADIOGRAFICHE
L'immagine radiologica di artrosi comprende:
Diminuzione della rima articolare, per degenerazione e assotigliamento della
cartilagine
Sclerosi dell'osso subcondrale
Cavità geodiche
Osteofiti articolari (accumulo di materiale catabolico che favorisce il
precipitare di sali di calcio)
Progressiva deformazione dei contorni articolari, per fenomeni regressivi
(ulcerazioni della cartilagini) e fenomeni produttivi (osteofiti)
Anchilosi ossea subtotale e totale
TRATTAMENTO
La terapia dell'artrosi si basa su diversi criteri fondamentali:
- Somministrare all'organismo sostanze che possono reintegrare la sostanza
fondamentale (mucopolisaccaridi, acido condroitin-solforico, aminoacidi).
- Somministrare sostanze antinfiammatorie che diminuendo la flogosi
dell'articolazione ed il dolore migliorano anche il movimento della stessa
(FANS e cortisonici).
- Calo ponderale (riduzione del peso per allegerire il carico articolare)
- Riposo
- FKT (fisiochinesiterapia) che trova nell'artrosi un grande campo di
applicazione.
Il
movimento sotto qualsiasi forma esso sia, senza raggiungere l'affaticamento, è
consigliabile in tutte le forme artrosiche. Anche il calore è efficacie
nell'attenuare il dolore e lo spasmo muscolare ed in molti casi amplifica i
risultati dati dall'attività fisica (Marconi-terapia, Radar-terapia ed
Ultrasuono-terapia).
Quando viene riconosciuto il completo insuccesso della terapia medicamentosa,
fisica ed ortopedica, e quando il quadro radiologico è tale da compromettere il
movimento articolare, facendo assumere un aspetto di tipo anchilotico
dell'articolazione interessata (anca e/o ginocchio), la terapia chirurgica
trova una sua applicazione fondamentale:
Variazioni meccaniche o statiche dei rapporti articolari
Anchilosi chirurgica e stabilizzazione dell'articolazione al fine di eliminare
il dolore (osteotomia sottotrocanterica; artrodesi vertebrale e laminectomia)
Protesizzazione del paziente ossia sostituzione dell'articolazione colpita
mediante artroprotesi (gonartrosi Ü coxartrosi).
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