TAVOLA PERIODICA
DEGLI ELEMENTI
Nella tavola
periodica gli elementi sono sistemati in ordine di numero atomico crescente in
file orizzontali , andando a capo quando si ripresentano le stesse caratteristiche chimico-fisiche.
Le righe
orizzontali sono chiamate periodi e
le colonne sono chiamate gruppi. Le
righe sono una sopra l'altra, in modo che gli elementi che formano le colonne,
abbiano proprietà chimico fisiche simili.
Proprietà periodiche degli elementi
Dimensione dell'atomo aumenta lungo un gruppo
e diminuisce lungo un periodo
Energia di ionizzazione (EI) è l'energia
necessaria per strappare un elettrone a un atomo.
Aumenta lungo un periodo e diminuisce lungo un gruppo.
Affinità elettronica (AE)è l'energia che si
libera quando un atomo neutro acquista un elettone.
Aumenta lungo un periodo e diminuisce lungo un gruppo.
Elettronegatività è la tendenza di un atomo di
tenere unito a se gli elettroni dell'ultimo livello.
Aumenta lungo un periodo e diminuisce lungo un gruppo
Classificazione degli elementi
Metalli
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Sono quelli che si trovano a
sinistra della linea spezzata che va dal Boro all'Astato.
Hanno bassa EI, AE e
elettronegatività
Formano ioni positivi
Hanno punti di fusione e densità
elevati
Sono duttili, malleabili
Hanno alta conducibilità termica
e elettrica
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Non metalli
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Sono quelli che si trovano a
destra della linea spezzata che va dal Boro all'Astato.
Hanno alta EI, AE e elettronegatività
Formano ioni negativi
Non sono duttili, malleabili
Hanno bassa conducibilità
termica e elettrica
|
Semimetalli
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Sono quelli che si trovano a
cavallo della linea spezzata che va dal Boro all'Astato.
Sono Boro, Silicio, Arsenico,
Germanio,Antimonio, Tellurio
La loro reattività chimica dipende
dall'atomo con cui si legano
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Denominazione dei gruppi della tavola periodica
Gruppo IA
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Metalli alcalini
Formano
ioni positivi (cationi) del tipo M+
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Gruppo IIA
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Metalli alcalini-terrosi
Formano
ioni positivi del tipo M2+
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Gruppo VIIA
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Alogeni
Formano
ioni negativi (anioni) del tipo A-
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Gruppo 0
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Gas nobili
Sono elementi che presentano l'orbitale più
esterno completo e per questo sono molto stabili. Non reagiscono con nessun
elemento
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MODELLI
ATOMICI
Se numerose evidenze sperimentali
avevano permesso di trovare l'esistenza delle particelle subatomiche, le loro
dimensioni, cosí infinitamente piccole, non permettevano di visualizzarne la
disposizione all'interno dell'atomo. Gli scienziati, pertanto, a partire dalla
fine del XIX secolo sentirono l'esigenza di ideare dei modelli.
MODELLO ATOMICO DI THOMSON
Propose
il primo modello fisico dell'atomo: aveva infatti scoperto un anno prima
l'elettrone. Egli immaginò che un atomo fosse costituito da una sfera di
materia caricata positivamente (protoni e neutroni non erano stati ancora
scoperti) in cui gli elettroni - negativi - erano immersi (modello a
panettone).
MODELLO
ATOMICO DI RUTHERFORD
Rhuterford ipotizzó che la massa e
la carica positiva fossero concentrate in una parte molto piccola dell'atomo
chiamata nucleo, e che gli elettroni si trovavano nella zona periferica, a
grande distanza dal nucleo.
Questa ipotesi nasceva da
un'importante esperienza, effettuata da due allievi di Rutherford. In tale
esperimento una lamina sottilissima di metallo veniva bombardata con particelle
alfa (cariche positivamente) e uno schermo rivelatore indicava poi i punti di
arrivo della particelle alfa, permettendo quindi di stabilirne la traiettoria
dopo il passaggio attraverso la lamina. Se fosse stato valido il modello di
Thomson, cioè se l'atomo avesse avuto una struttura omogenea, la particelle
alfa avrebbero dovuto comportarsi tutte nello stesso modo, perché in qualunque
punto avessero colpito la lamina metallica avrebbero trovato situazioni
equivalenti.
In realtà le particelle alfa si
comportarono in modo diverso: per la maggior parte passarono senza subire
nessuna deviazione, ma alcune vennero deviate secondo vari angoli e alcune
vennero addirittura respinte. Questo comportamento spinse Rutherford a
formulare la sua ipotesi; le particelle che non venivano deviate erano quelle
che passavano abbastanza distanti dai nuclei. Quelle che si avvicinavano ai
nuclei venivano deviate per effetto della repulsione elettrica, visto che sia
le particelle che i nuclei erano positivi; tanto più si avvicinavano ai nuclei,
tanto più fortemente venivano deviate. Quelle che andavano direttamente verso i
nuclei venivano respinte: queste ultime erano poche, perché il nucleo occupa
una parte molto piccola rispetto allo spazio occupato da un atomo e quindi la
propabilità che una particella si dirigesse proprio contro un nucleo era bassa.
MODELLO ATOMICO DI
BOHR
Il nuovo modello di
atomo fu proposto da Bohr nel 1913.
Alcuni anni prima
Max Planck aveva introdotto un concetto che non faceva parte della fisica
classica, quello di quantizzazione. Si parla di quantizzazione se una
grandezza può assumere soltanto
determinati valori e non altri. Bohr pensò che un'ipotesi analoga potesse
permettere di spiegare i fenomeni che riguardano gli atomi.
Il modello di Bohr
si basa su alcune ipotesi fondamentali:
PRIMA IPOTESI: Nell'atomo
gli elettroni ruotano intorno al nucleo su orbite circolari. Ognuna di queste
orbite ha un raggio ben determinato.
SECONDA IPOTESI: Il momento
angolare (MASSAxVELOCITA'xRAGGIO) degli elettroni é quantizzato. Esso può
assumere soltanto certi valori (valori permessi), ma non può assumere i valori
intermedi fra quelli permessi.
Dopo aver
introdotto queste ipotesi, Bohr studia la situazione dell'elettrone utilizzando
le leggi della fisica classica. L'elettrone é soggetto alla forza di attrazione
del nucleo. Questa forza provoca il suo moto di rotazione e quindi costituisce
la forza centripeta. Gli elettroni nelle loro orbite possiedono una certa
quantità di energia; essi infatti sono in moto, e quindi hanno energia
cinetica; inoltre hanno energia potenziale dovuta all'attrazione elettrostatica
tra elettrone e nucleo.
TERZA IPOTESI: Finché un elettrone rimane
nella sua orbita, non emette e non assorbe energia.
Per passare da un'orbita con
energia minore a un'orbita con energia maggiore (cioè da un'orbita più interna
a una più esterna), l'elettrone deve ricevere dall'esterno una quantità di
energia corrispondente alla differenza di energia fra le due orbite; se invece
passa da un'orbita con energia maggiore a un'orbita con energia minore,
l'elettrone emette una quantità di energia pari alla differenza di energia fra
le due orbite. L'energia viene emessa o assorbita sotto forma di radiazione
elettromagnetica. L'ipotesi di Bohr sulla struttura dell'atomo spiega quindi
perché gli spettri di emissione degli atomi sono spettri discontinui, a righe:
ogni riga corrisponde a un ben determinato valore di energia, che a sua volta
corrisponde alla differenza di energia fra due orbite.
MODELLO ATOMICO
MODERNO
Sulla base:
Principio di
indeterminazione di Heisemberg cioè l'indeterminazione associate ad alcune
coppie di grandezze, come la posizione e la quantità di moto importanti per la
descrizione dello stato dell'elettrone all'interno dell'atomo
Scoperta della doppia
natura dell'elettrone da parte di de Broglie cioè della capacità delle
particelle molto piccole, come gli elettroni, di comportarsi sia come
particelle che come onde.
non era più possibile trattare
l'elettrone come una particella classica.
Bohr nel suo modello, aveva
introdotto l'ipotesi della quantizzazione, ma per il resto aveva trattato
l'elettrone come una particella classica, che si muove su orbite ben
determinate il cui raggio può essere calcolato in base a semplici considerazioni
meccaniche sulle forze in gioco. Le nuove scoperte però imponevano un modo
completamente diverso di affrontare il problema, che portò all'elaborazione di
una nuova fisica, la meccanica quantistica.
Si passa dal concetto di orbita,
dove l'elettrone presenta una traiettoria ben precisa, al concetto di orbitale.
L'orbitale regioni
dello spazio intorno al nucleo, nelle quali vi è la massima possibilità di
trovare l'elettrone. Si può dire che gli orbitali hanno varie forme e si
protendono lontano dal nucleo in modo diverso, in relazione ai numeri quantici
che ne caratterizzano la funzione d'onda. Ogni funzione d'onda, o orbitale,
descrive uno stato dell'atomo. Le diverse funzioni d'onda di un atomo si
denotano indicando i valori dei tre numeri quantici: n, l, m; a ogni terzetto
di numeri quantici corrisponde un orbitale ben preciso.
IL NUMERO QUANTICO PRINCIPALE n. Questo numero
può assumere valori maggiori o uguali a 1. Ha il ruolo più importante nel determinare
l'energia del dato orbitale.
IL NUMERO QUANTICO ANGOLARE l. É un numero
legato al valore del momento angolare che l'elettrone ha nel suo moto intorno
al nucleo; determina la forma degli orbitali e insieme al numero n,
contribuisce a determinare l'energia. I valori possibili sono i numeri interi
che vanno da 0 a
n-1.
IL NUMERO QUANTICO MAGNETICO m. É
un numero che determina l'inclinazione del vettore momento angolare
dell'elettrone; determina l'orientamento degli orbitali nello spazio. Può
assumere come valori i numeri interi compresi tra -l e +l.
NUMERO QUANTICO DI SPIN
momento angolare proprio degli elettroni.può assumere solo due valori +1/2 e
-1/2.
CONFIGURAZIONE ELLETTRONICA
È la disposizione degli elettroni negli
orbitali atomici. Da questa dipendono la reattività, la valenza e la geometria
delle molecole che questi va a comporre.
Gli elettroni
occupano gli orbitali a partire da quelli con energia più bassa e seguono due
regole importanti:
Principio
di esclusione di Pauli dice che in un atomo non possono esserci due elettroni che abbiano
tutti e quattro i numeri quantici uguali. Siccome il numero quantico di spin
può assumere solo due valori, ne segue che in un orbitale non possono stare più
di due elettroni.
Regola
di Hund
secondo cui gli elettroni tendono ad occupare il maggior numero possibile di
orbitali disponibili con lo stesso valore di energia
LA TAVOLA PERIODICA
Verso
la metà del XIX secolo i chimici osservarono che il comportamento
chimico-fisico degli elementi presentava delle regolarità che potevano essere
evidenziate organizzando gli elementi in forma tabulare. Il chimico russo Mendeleev
propose una tavola
periodica, nella quale gli elementi erano ordinati in righe e
colonne, di modo che quelli aventi caratteristiche chimico-fisiche simili
fossero disposti in gruppi definiti. A ciascun elemento venne assegnato, in
funzione della posizione che occupava nella tavola, un numero progressivo (numero
atomico) variabile da 1 (assegnato all'idrogeno) a 92 (assegnato
all'uranio). Mendeleev mostrò tanta fiducia nella sua tavola, da lasciare posti
vuoti in corrispondenza di elementi che, in base ai suoi ragionamenti,
avrebbero dovuto esistere, ma che non erano ancora stati osservati sperimentalmente.
Tali elementi furono effettivamente scoperti negli anni successivi.
Il
termine periodico mette in evidenza il fatto che a intervalli regolari ( cioè
dopo un dato numero di elementi) si ritrovano elementi con caratteristiche
simili.
La
tavola periodica si articola in gruppi e periodi:
GRUPPO colonne verticali della tavola,
comprende gli elementi che hanno la stessa configurazione elettronica esterna.
All'interno di ogni gruppo si trovano elementi con caratteristiche simili.
PERIODO linee orizzontali
delle tabella. Il numero atomico (Z) degli elementi aumenta di una unità ad ogni passaggio
Se vogliamo dare una definizione
del sistema periodico possiamo dire che il sistema periodico degli elementi è
una tabella nella quale gli elementi sono ordinati secondo il loro numero atomico
crescente.
Esiste una
corrispondenza tra la configurazione elettronica degli elementi e la loro
posizione nel sistema periodico.
Il livello più
esterno dove si trovano gli elettroni è quello che determina la posizione
dell'elemento nel sistema periodico
Aspetti
fondamentali della corrispondenza fra sistema periodico e struttura elettronica
degli elementi:
Ogni periodo inizia con il
riempimento di un orbitale di tipo s e si chiude con il riempimento degli
orbitali di tipo p con lo stesso numero quantico. Il numero quantico n degli
orbitali di tipo s e p che vengono riempiti nel dato periodo è anche il numero
del periodo.
L'ultimo elemento di un
periodo ha gli orbitali di tipo s e p di uno stesso livello energetico
completamente occupati. È questa una situazione particolarmente stabile ,per
cui l'elemento con questo tipo di configurazione è un gas nobile. Questa
situazione si chiama di ottetto completo
Gli elementi di uno stesso
gruppo hanno lo stesso numero di elettroni sul livello più esterno, disposti su
orbitali dello stesso tipo.
Il fatto che gli elementi
di uno stesso gruppo abbiano comportamenti chimici simili e lo stesso numero di
elettroni sul livello più esterno porta a concludere che il comportamento
chimico di un elemento è determinato dal numero di elettroni del livello più
esterno.