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LA STORIA DI INTERNET
Internet è una rete di portata mondiale che unisce, secondo le stime più recenti, 40 milioni di persone. Il suo scopo originario era quello di garantire comunicazioni stabili ed efficienti tra le sedi delle forze armate statunitensi oltre che tra le università e i centri di ricerca che lavoravano a progetti di natura militare. Col tempo, si è evoluta in una rete prettamente universitaria e oggi, dopo l'avvento dell'interfaccia grafica che ne facilita la navigazione, sta diventando uno strumento di massa, aperto alla divulgazione di notizie e alla vendita di prodotti e servizi (anche se questo tipo di attività è ancora proibito in molte delle sue aree).
Chiunque disponga di un personal computer e di un modem finirà per ut 515h72f ilizzarla un giorno o l'altro.
La prima apparizione di questa forma d'interconnessione risale al 1969 quando il Ministero della Difesa Statunitense creò un'agenzia, ARPA (Advanced Research Project Agency), preposta allo sviluppo di una rete che potesse reggere al bombardamento nucleare, garantendo la continuità di comunicazione tra località diverse. La prima opera fu la costruzione di una rete che collegò quattro università diverse: Stanford University, Los Angeles University, Santa Barbara University e la University of Utah, usando linee telefoniche e installò in ciascuna di queste un Imp (Information Message Processor), vale a dire un particolare computer che gestiva il traffico in rete. L'Imp fungeva da intermediario tra linee di connessione e mainframe, i grandi elaboratori centralizzati su cui all'epoca residevano tutte le informazioni e tutti i programmi. L'impianto divenne attivo il 2 settembre 1969 e così nacque ARPAnet. Tutto il traffico che viaggiava su queste connessioni non era confidenziale e serviva prevalentemente a titolo di ricerca e sperimentazione. All'epoca, i sistemi per trasmettere messaggi da una località all'altra non erano molto efficaci e il primo obiettivo dei ricercatori fu proprio quello di trovare soluzioni funzionali per convogliare i pacchetti su ARPAnet. Decisero di adottare un modello il cui sviluppo era già iniziato in Europa e che sarebbe poi diventato comune in molti altri sistemi di comunicazione: la commutazione di pacchetto. Mediante questa tecnica, i messaggi e le informazioni vengono suddivisi in pacchetti di lunghezza fissa e ogni singolo pacchetto diventa un'entità a se stante, capace di viaggiare sulla rete in modo completamente autonomo perchè dotata al proprio interno dell'indirizzo sia di provenienza sia di destinazione. Non è importante che tutti i pacchetti che compongono un determinato messaggio rimangano uniti durante il percorso e non è nemmeno indispensabile che arrivino nella sequenza giusta. Le informazioni che essi convogliano al proprio interno sono sufficienti per ricostruire, una volta arrivati a destinazione, l'esatto messaggio originale, indipendentemente dal percorso seguito da ciascuno dei suoi frammenti. Grazie a questo sistema si ottengono due benefici immediati: qualunque sia lo stato della rete, il pacchetto può sempre trovare una via alternativa per giungere alla propria destinazione (requisito utile per gli obiettivi militari e per chiunque desideri avere un impianto il più possibile resistente ai guasti, anche a quelli accidentali). Inoltre i vari pacchetti provenienti da fonti diverse possono essere convogliati tutti assieme su una singola linea ad alta velocità anziché dover ricorrere a tante linee separate, usate solo parzialmente. Si riesce in questo modo a condensare il traffico su una linea collegata in permanenza che ripartisce dinamicamente la propria capienza tra i vari computer collegati e che, in ogni caso, è quasi sempre attraversata da qualche tipo di traffico e perciò giustifica il proprio costo.
Il primo protocollo sviluppato per la commutazione di pacchetto su ARPAnet si chiamava ncp (Network Control Protocol), ma non era particolarmente efficiente. Col passare del tempo i progettisti di ARPAnet definirono un insieme di circa 100 protocolli per regolare il trasferimento dei pacchetti e questo insieme si è evoluto in quella che noi oggi conosciamo con il nome di Internet Protocol Suite: una raccolta di standard trasmissivi che verte su due protocolli primari, il Transmission Control Protocol (tcp) e l'Internet Protocol (ip), più molti altri secondari che consentono la comunicazione tra computer e reti molto diverse.
La prima definizione di tali protocolli risale al 1973 e nel 1974 Vincent Cerf e Robert Kahn ne stilarono le caratteristiche. Quello stesso anno fu pubblicata la prima specifica per i protocolli da utilizzare su Internet. Si dovette attendere fino al 1 gennaio 1983 per l'adozione ufficiale dell'intera Internet Protocol Suite. Tornando un attimo indietro nel tempo vediamo che il 1972 rappresentò un'altra tappa importante: l'Università dello Utah realizzò un sistema per controllare un computer a distanza su ARPAnet e divenne possibile trasferire file da un computer all'altro per mezzo del protocollo ftp (File TraNSFer Protocol). Combinando tcp/ip e ftp si era giunti al coronamento dell'obiettivo tecnologico di ARPAnet: trasferire dati da un punto all'altro della rete.
Già nel 1980 ARPAnet si trasformò in uno strumento vitale per le università e per i centri di ricerca americani, che avevano un bisogno sempre maggiore di scambiare informazioni e di coordinare le proprie attività. Nacque così la posta elettronica che si affiancava al semplice trasferimento di file, che aveva costituito la prima applicazione di ARPAnet. Nel 1983 Internet divenne a tutti gli effetti la rete delle reti, utilizzando ARPAnet come dorsale (rete ad alta velocità che unisce tra loro altre reti locali).
Tuttavia restavano ancora esclusi tutti quegli atenei che non avevano rapporti con il Dipartimento della Difesa. Al fine di risolvere questo problema e di estendere l'accesso a tutti gli interessati, il Dipartimento della Difesa creò una propria rete alternativa, detta MILnet, così da non dover più dipendere esso stesso da ARPAnet e da lasciare campo libero al mondo accademico, mentre il governo americano istituì la National Science Foundation (NSF) con il duplice scopo di fornire risorse di elaborazione alle università (mediante l'uso centralizzato di supercomputer) e di favorire la crescita di un sistema di comunicazione veloce tra queste ultime.
Nei primi anni Ottanta la NSF costruì csnet, una rete che univa le varie facoltà d'informatica statunitensi; alla fine degli anni Ottanta costituì NSFnet con lo scopo dichiarato di rimpiazzare ARPAnet per mezzo di una rete dorsale alternativa. La transizione è stata relativamente lunga e in effetti ARPAnet è stata smantellata definitivamente solo nel 1990. Nel 1991 il cern (Consiglio Europeo per la Ricerca Nucleare) poneva le basi per una nuova architettura capace di semplificare enormemente la navigazione di Internet, la World Wide Web.
Nel 1993 è stato inventato il primo strumento grafico per esplorare Internet, il programma Mosaic. A partire dal 1994 la World Wide Web ha trasformato Internet in un fenomeno di massa e oggi esistono dorsali alternative a NSFnet che servono sia per aumentare la quantità di traffico che può circolare su Internet sia per consentire la presenza di servizi commerciali che sono vietati nel contesto accademico definito dalla National Science Foundation. A differenza delle quattro università che parteciparono alla versione originale di ARPAnet, l'Internet moderna si compone di migliaia di singole reti, ciascuna che raccoglie a sua volta un numero più o meno grande di host (macchine individuali). Il termine non si riferisce ai singoli oggetti fisici al suo interno, bensì allo spazio complessivo che questo insieme di computer rappresenta e che può essere attraversato in lungo e in largo da chi cerca notizie, documenti, messaggi e file da scaricare.
La natura dei protocolli tcp/ip è tale da consentire l'interconnessione dei network più eterogenei: dalle LAN convenzionali (come Ethernet) alle reti geografiche che si spargono sul territorio attraverso l'impiego di linee telefoniche più o meno veloci, governate coi metodi trasmissivi più disparati. Non esiste computer al mondo che non possa dialogare con il tcp/ip e questo comprende i personal computer, i mini computer e i grandi mainframe. Il sistema fisico di connessione può essere il più vario: fibra ottica per le grandi distanze, cavo coassiale e doppino telefonico, satellite, onde radio, raggi infrarossi. Si tratta di un mondo in continua trasformazione, con pezzi che si aggiungono e pezzi che scompaiono, ma nel suo insieme lo spazio Internet è sempre disponibile, a qualsiasi ora, e la sua esistenza non dipende dall'iniziativa di una singola azienda oppure di un singolo governo. L'universalità di questa rete consente agli utenti di scegliere il computer e i programmi che preferiscono, di decidere liberamente il tipo di connessione da utilizzare (modem su linea privata, linea ISDN, rete locale con collegamento geografico ad alta velocità).
La prerogativa primaria di ARPAnet era quella di aver dimostrato, in vent'anni di attività, la possibilità di collegare tra loro sistemi diversi e reti diverse utilizzando un nuovo tipo di protocollo suddiviso in due componenti: tcp (Transmission Control Protocol) e ip (Internet Protocol).
Il grande difetto di ARPAnet derivava dalla sua dipendenza da strutture burocraticamente complesse e poco agili. Finché la sua attività si era concentrata su quattro università-polo, come nella configurazione originale del 1969, o comunque era rimasta asservita a progetti militari, non erano emersi problemi. Tuttavia dal 1983 quando la componente militare si era separata (trasformandosi in MILnet) e ARPAnet aveva assunto le caratteristiche e il nome di Internet, vale a dire uno strumento al servizio dei ricercatori e docenti universitari di qualsiasi genere e provenienza incominciarono i problemi di sovraffollamento La prima dorsale NSFnet funzionava a 56 Kbit per secondo e collegava sei centri di supercalcolo in diverse regioni degli USA. A questi centri accedevano numerose università e centri di ricerca. Nel periodo di massimo splendore solo il cinquanta per cento delle università primarie negli Stati Uniti erano collegate ad ARPAnet. Per colmare la forte richiesta di comunicazione e di servizi a cui l'arrivo di ARPAnet aveva dato la stura, senza poi farvi fronte, erano nate altre reti parallele.
Da allora sono passati solo alcuni anni, ma è come se ne fossero trascorsi molti di più. Quei cinquecentomila utenti sono divenuti oltre cento milioni e crescono con progressione geometrica stracciando regolarmente tutte le previsioni. Con lo sviluppo del World Wide Web, dal 1994 in poi, centinaia di migliaia di aziende si sono gettate su Internet attirando milioni di utenti che a loro volta stanno coinvolgendo altri milioni di aziende.
Internet ha ormai superato la massa critica, vale a dire quella dimensione che comporta l'autoalimentazione del proprio sviluppo e pertanto la sua crescita è divenuta inarrestabile. Ogni nuovo utente, infatti, attira nuove aziende e queste a loro volta attirano nuovi utenti in una spirale di crescita che procede al ritmo del raddoppio del numero di utenti ogni anno. Comunque non esiste un ente che gestisca e controlli il traffico della rete Internet, solamente alcune singole parti di essa sono gestite da istituzioni pubbliche o private. Coloro che si occupano di Internet fin dal principio sostengono che esso debba continuare ad essere "luogo" di scambi liberi di idee e privo di vincoli. Le reti private non fanno automaticamente parte di Internet; devono infatti richiedere di potersi connettere e in tal caso devono disporre di hardware e software particolari.
Il "mercato" di Internet è destinato in futuro a diventare più grande ed esponenzialmente più veloce. I computer network mondiali metteranno in evidenza grafici animati in 3D, radio e telefoni cellulari saranno collegati a computer portatili in un circolo globale multimediale. Sarà come sarà, ma sicuramente l'Internet reale del futuro rispecchierà molto poco ciò che esso è oggi.
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