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Ricerca sull'oscilloscopio

elettronica



LABORATORIO DI

TECNOLOGIA DISEGNO E PROGETTAZIONE


TITOLO:    Ricerca sull'oscilloscopio

VALUTAZIONE:  




L'oscilloscopio  è uno strumento utilizzato per la misurazione di intensità di corrente, di differenza di potenziale e misurazioni di frequenza. Il suo principale vantaggio rispetto ad altri strumenti, però è che permette di visualizzare la variazione nel tempo dei segnali applicati alle sue entrate.

L'elemento basilare per la visualizzazione dei segnali è il tubo a raggi catodici, sul cui schermo si produce la rappresentazione di essi.

Esso è costituito da un'ampolla di vetro, in cui è stato fatto il vuoto. La faccia anteriore del tubo costituisce lo schermo, è piatta ed è ricoperta internamente da uno strato di fosforo che si illumina quando viene colpito in qualche punto dal fascio elettronico. La quantità di luce emessa dipende dall'intensità con cui il fascio urta lo schermo.

I fasci di elettroni o raggi catodici sono generati da un catodo; esso è costituito da un filamento interno che, per mezzo della corrente, si riscalda, in modo tale che gli elettroni posti sul catodo si staccano per mezzo del calore.

Durante il percorso verso lo schermo, il fascio di elettroni incontra diversi elettrodi disposti lungo il collo del tubo.

Il primo degli elettrodi che incontra è il Wehnelt, che ha una tensione negativa rispetto al catodo. Regolando questa tensione per mezzo di un potenziometro, si può far passare un numero maggiore o minore di elettroni aumentando o diminuendo, di conseguenza, la luminosità. Questo potenziometro è situato in un punto esterno dell'apparecchio ed è indicato dalla scritta INTENSITY.

Successivamente il catodo incontra altri due elettrodi che hanno una funzione di accelerazione e messa a fuoco.

A questo scopo ricevono una tensione relativamente elevata, di alcune centinaia di volt, così da imprimere al fascio di elettroni una velocità piuttosto forte. La messa a fuoco si ottiene grazie alla differenza di potenziale esistente fra questi due anodi, in quanto il primo è leggermente più negativo del secondo. Variando questa differenza di potenziale si può mettere a fuoco il fascio di elettroni su una zona piccola dello schermo; ciò si effettua tramite un potenziometro posto all'esterno indicato dalla scritta FOCUS.

Dopo gli elettrodi si incontrano le placche deflettrici che funzionano secondo un procedimento elettrostatico; su di esse, infatti, si applica una tensione che esercita sugli elettroni del fascio un'azione di attrazione o repulsione a seconda della loro polarità. Queste placche sono collocate in coppia  con le facce disposte parallelamente, due in posizione verticale e due in posizione orizzontale, con un intervallo fra di loro dipendente dalla geometria del tubo. Le placche verticali sono incaricate della deflessione orizzontale, mentre quelle orizzontali muovono il raggio elettronico verticalmente. Il fenomeno della deflessione richiede l'applicazione di tensioni abbastanza elevate sulle placche, sia orizzontali che verticali. Le tensioni che si applicano alle placche verticali sono generate da un circuito denominato BASE DEI TEMPI.

La tensione applicata tra le placche è regolata dall'esterno mediante alcuni potenziomentri che agiscono sulla posizione del punto sullo schermo; essi sono indicati dalle scritte HORIZONTAL POSITION e VERTICAL POSITION.

Oltre al circuito della base dei tempi, l'oscilloscopio è dotato di un circuito di sincronizzazione detto TRIGGER che gode della proprietà di commutare da uno stato all'altro del circuito, in funzione dei valori del segnale in ingresso. Inoltre è possibile modificare, mediante un potenziometro posto sul pannello esterno dell'oscilloscopio, i livelli del segnale di ingresso in corrispondenza dei quali si ha il passaggio dall'uno all'altro degli stati possibili. Il trigger è particolarmente indicato per la sincronizzazione automatica dell'oscilloscopio. Infatti, stabilito un valore massimo ed uno minimo del segnale di ingresso, il trigger fornisce un impulso rettangolare di ampiezza fissa e durata proporzionale alla variazione di ampiezza del segnale di ingresso che ha inizio ogni volta che l'uscita dell'amplificatore, crescendo, giunge ad un determinato livello.

La maggior parte degli oscilloscopi offre la possibilità di poter rappresentare simultaneamente due segnali differenti sullo schermo, applicati attraverso entrate diverse. A questo scopo l'apparecchio dispone di due canali amplificatori interni indipendenti che forniscono i segnali al tubo a raggi catodici a doppio fascio oppure a un sistema che li commuta su un unico fascio, permettendo di rappresentare le due forme d'onda contemporaneamente.

L'oscilloscopio presenta ingressi del tipo BNC (Bi Naval Connector) e il collegamento al circuito avviene poi normalmente tramite un'apposita sonda costituita da un cavo coassiale terminante con una sonda a puntale ed un morsetto; quest'ultimo deve essere collegato alla massa del circuito. Questa sonda prevede due modalità di funzionamento, selezionabili tramite un apposito selettore (x1 e x10).

Nella prima modalità la sonda non introduce alcuna attenuazione del segnale e l'oscilloscopio mantiene la sua impedenza tipica (1 M ohm ); nella seconda la sonda introduce un'attenuazione pari a 10 ( e quindi il valore misurato dall'oscilloscopio deve essere moltiplicato per 10) e l'oscilloscopio presenta una impedenza di ingresso più elevata (10 M ohm). In questo modo la sonda costituisce un carico meno critico nei confronti della precisione della misura.


TIPI DI SEGNALE

Si definisce periodico un segnale che dopo un certo intervallo di tempo torna a ripetersi ancora uguale.

Valore medio: il valore medio di un segnale V nell'intervallo considerato e pari all'altezza del rettangolo di base uguale all'intervallo di base considerato e area uguale da quella sottesa dalla funzione dello stesso intervallo.

Valore efficace: si definisce valore efficace di un segnale alternato il valore continuo che attraversando una resistenza provocherebbe in un periodo lo stesso effetto termico della corrente del segnale alternato effettivamente presente.

Tra i vari segnali troviamo:

n  Segnale alternato sinusoidale

n  Segnale raddrizzato a semi onda

n  Segnale triangolare alternato

n  Segnale triangolare unidirezionale

n  Segnale triangolare a dente di sega

n  Segnale alternato ad onda quadra

n  Segnale unidirezionale ad onda quadra





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